Dopo il debutto all’ultimo Teatro Festival, torna al Teatro Mercadante di Napoli Zio Vanja di Anton Cechov, nella versione di Luigi Lunari, con Giacinto Palmarini e Gaia Aprea, una produzione del Teatro Stabile per la regia di Pierpaolo Sepe (repliche fino a dom. 19 Aprile).
Ultimo dei tre spettacoli del ciclo che lo Stabile ha quest’anno dedicato a Cechov, Zio Vanja è un dramma che parla della caduta delle illusioni. Vanja ha vissuto una vita ad amministrare il podere della nipote Sonja, spedendo i soldi al padre di lei, il professor Serebrjakov, che viveva in città. Una volta che questi si ritira in pensione, però, Vanja si rende conto che non era lo scienziato che tutti avevano creduto, ma “un luminare che non illumina nessuno”. In più, il professore vorrebbe vendere la tenuta di sua figlia per continuare a vivere in città…
L’allestimento essenziale e scarno, praticamente privo di scenografia e in abiti moderni, rende lo spettacolo alquanto algido. La recitazione, quasi sempre sopra le righe, poco si confà al naturalismo cechoviano. Ricordiamo nel cast Giacinto Palmarini (Vanja), Gaia Aprea (Elena), Paolo Serra (Serebrjakov), Andrea Renzi (Astrov) e la brava Federica Sandrini (Sonja).
Deludente.