Nel suggestivo chiostro del duomo salernitano, in scena per il Napoli Teatro Festival, il reading teatrale La Sirena con Luca Zingaretti, noto attore legato alla fortunata serie televisiva del commissario Montalbano. Il monologo partorito dalla sagace penna di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore siciliano noto ai più per il romanzo Il Gattopardo, narra la storia, ambientata nel 1938, dell’incontro quotidiano fra il ventenne giornalista della Stampa di Torino Paolo Corbèra e il senatore e professore, emerito ellenista settantenne Rosario La Ciura entrambi siculi in un vecchio caffè torinese, città dove entrambi si sono ritrovati a vivere. Gli incontri procedono con un lento conoscersi ed affezionarsi a poco a poco fino a giungere a quella confidenza necessaria per scoprire il segreto del professore, il racconto finale in cui si disvela il titolo dell’opera. Un ‘estate di tanti anni addietro quando anche il professore era ventenne come Corbèra, ritiratosi per studiare in una casa al mare di un amico, lontana dal mondo, si ritrova a vivere l’avventura d’amore più sublime con la sirena Lighea, figlia di Calliope. Un racconto di sensualità sublimi e poetiche: il tepore del sole del sud, i profumi e i sapori della Sicilia, il suo mare, la melanconia di un vecchio che in un caffè torinese con nostalgia ritrova per un istante la sua terra e la sua giovinezza andata. Un testamento di Bellezza alta ed altra lasciato al giovane Corbèra affinchè lui possa sapere che aldilà dei sensi ordinari c’è molto di più da inseguire che delle semplici “tose”. La performance attoriale di Zingaretti è stata davvero notevole e all’altezza delle sue dichiarazioni sul testo di cui cura la regia e l’adattamento drammaturgico: “La Sirena è un immaginario viaggio, geografico e temporale tra il Nord e il Sud, attraverso cui emerge un mondo costruito sulla passione e l’estasi. Considero Lighea come una fiaba per adulti, dove mondo reale e fantastico si mischiano mirabilmente senza entrare mai in conflitto e anzi costruendo una realtà più dolce e consolatoria a cui il lettore prima e lo spettatore poi, si concede con grande abbandono. La sirena diventa ideale di bellezza e compiutezza e anche ideale di immortalità laica”. E la sensualità simbolica dei ricci di mare descritti come metafora del sesso femminile, rientrano in quei doni che “come tutti i doni del mare donano la morte e l’immortalità” al contempo. La lettura appassionata e carnale di Zingaretti è accompagnata dalle note musicali di Germano Mazzocchetti ed eseguite magistralmente dal vivo dalla fisarmonica madreperlacea di Fabio Ceccarelli, un richiamo all’altrettanto appassionata musica del tango.
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