“Di me e di te” è il brano che gli Zero Assoluto hanno presentato in gara all’ultimo Festival di Sanremo, accompagnato da un videoclip diretto da Gaetano Morbioli. Oggi, giovedì 18 febbraio, esce l’omonimo album di Thomas e Matteo su etichetta 1Day/Fonti Sonore e distribuzione Warner. Il nuovo lavoro discografico degli Zero Assoluto porta le firme di Fortunato Zampaglione, Piero Romitelli, Zibba e Fabrizio Martorelli. Nel disco è contenuto il singolo “L’Amore comune” di Goldrake presentata al festival nella serata dedicata alle cover e sette inediti. Il duo romano sarà in giro nei vari instore dove incontreranno i loro fan.
È la terza volta per voi al Festival di Sanremo. Quanto sono cambiati gli Zero Assoluto dalla prima volta sul palco dell’Ariston?
«Sono passati un bel pò di anni. Ritorniamo con una maturità e con un tentativo di godercela al massimo e cercare di gustarsi l’esibizione».
“Di me e di te” come lo definireste?
«È un pezzo importante e sincero che cerca di mandare un invito a parlare e a dirsi le cose in faccia, non solo in amore ma anche in amicizia e in tanti altri contesti, il tutto con divertimento».
Nella serata dedicata alle cover avete scelto un brano insolito e fuori dal comune: la sigla di Goldrake?
«È una canzone vera, una super hit con un testo tutto da scoprire. È stata scritta da maestri della musica e noi siamo onorati di interpretarla. L’abbiamo eseguita in versione acustica ed è un testo che ti fa scoprire tante cose».
Parlando della vostra vita sentimentale, Matteo è diventato un ‘duplice’ papà…
«È tosta ma devo dire che lavorando mi riposo (ride, ndr). Quando sono in tour sento la mancanza della mia famiglia ma è normale. Quando i bimbi ti cercano è una bella emozione».
Matteo: «Sono fidanzato e i figli chissà… se arriveranno ben venga. Sono un programmatore di tante cose ma dei sentimenti no».
Siete impegnati anche nell’ambito televisivo. Se vi proponessero di fare giudici in un talent?
«Sì, crediamo che sono esperienze e se si ha il tempo di farle vanno sempre bene. Oramai i talent sono diventati il futuro della musica».