Lo scrittore Yukio Mishima (suo lo splendido “La Dimora delle Bambole“) viene “raccontato” attraverso il nuovo progetto coreografico di Ismael Ivo che ha per titolo, appunto, Mishima – The garden of forbidden dreams. Il coreografo brasiliano è ormai di casa al Napoli Teatro Festival Italia, “Le sacre du Printemps” e “Sacrificium” nel 2012 e dal 2010 continua il progetto studiato per valorizzare i danzatori campani con la compagnia “Arabesque/Les Danseurs Napolitains“. Per questo spettacolo seleziona 10 danzatori più uno ospite Khải Ngọc Vũ i quali lavorano sulle musiche registrate di Arvo Pärt e Kodò in una vasca piena di riso creata da Marcel Kaskeline. A parte il danzatore protagonista, emozionante e comunicativo, gli altri sono troppo giovani e con un corpo ancora molto acerbo, non molto adatti, quindi, alla tematica che necessitava di una corporeità meno esecutiva e più emotiva. Tutto questo, però, si “perdona” perché il panorama mozzafiato (l’arena del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa si affaccia direttamente sul mare) con il sole che dolcemente tramonta si mescola al rumore dei passi su questo inusuale palcoscenico e alle splendide musiche (comprese quelle di Hahn e Wagner eseguite dal vivo da Federica Severino, violino e Angela Luglio, voce) creando un’atmosfera poetica e passionale come la vita dello scrittore giapponese suicidatosi all’apice del successo all’età di 45 anni il 25 novembre 1970 con il rituale dei samurai chiamato Seppuku. Sette sequenze di immagini, una su tutte “Violence”, splendidamente rabbiosa, sono, però, un po’ troppe e il finale con il finto sangue sul corpo del danzatore protagonista ricorda oltre alla celeberrima scena di “Carrie, lo sguardo di Satana” (splendido film di Brian De Palma del 1976) certe performance anni’70 caricaturali e d’effetto delle quali Ivo non ha certo bisogno essendo di per sé potente e suggestivo.
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