Ho conosciuto la giovane cantautrice calabrese Ylenia Lucisano esattamente un anno fa. La nostra prima conversazione fu anche una delle sue primissime interviste: traspariva dalla voce l’emozione e la voglia di condividere con gli altri speranze e sogni che, mano a mano, rimboccandosi le maniche, stava cercando di realizzare. Adesso, a un anno di distanza, ho avuto l’opportunità di chiacchierare con lei del suo primo cd, un album in cui ha racchiuso i desideri che grazie alla sua tenacia e determinazione è riuscita a concretizzare.
Quando ti ho intervistata la prima volta avevi appena vinto il Premio Mediterraneo e presentato il tuo primo singolo “Quando non c’eri”: cos’è cambiato da allora?
«Un anno fa avevo un singolo e adesso ho un prodotto, un progetto finito da presentare a un pubblico un po’ più ampio. L’artista con un solo brano è incompleta, con un disco cominci ad avere un’identità artistica e ad intraprendere una strada. Nell’album ci sono tanti stili: dal pop cantautorale al folk, all’elettronica: tante sonorità che abbiamo sperimentato anche per capire cosa piace di più al pubblico. Sono molto soddisfatta di questi primi risultati e contenta dagli apprezzamenti.»
In questo tuo primo album ci sono ben tre interessantissime collaborazioni…
«Ho avuto l’onore ricevere il brano “Piccolo Universo” da Pacifico che non si è limitato a donarmi un testo, ma mi ha voluto conoscere, approfondire la mia vita e quello che voglio comunicare al pubblico. Ha cucito questa canzone su di me: quando l’ho sentita per la prima volta mi sono spaventata perché è un brano che parla di me!
Lo stesso è successo con Daniele Ronda che è riuscito a interpretare un argomento difficile per noi donne usando parole sincere per un momento di intimità che la sfera femminile tende a tenere segreto.
Inoltre ho collaborato con la mia amica Giulia Mazzoni: il brano le è piaciuto così tanto che abbiamo registrato al primo colpo!»
Sia te che Giulia tra l’altro a breve sarete ospiti al Festival di Ravello, un grande palco non trovi?
«Un’incredibile occasione direi! Io e Giulia ci divideremo il palco duettando poi su alcuni brani tra cui lo stesso “Un angelo senza nome”.»
La sera della Vigilia di Natale hai partecipato al famoso concerto della Rai dividendo il palco con artisti internazionali…
«Una serata indimenticabile: ho avuto l’opportunità di farmi sentire e partecipare al concerto per una giusta causa. Ho diviso il palco con dei mostri sacri come Patti Smith, Elisa, Asaf Avidan … presentandomi in rappresentanza dei ragazzi emergenti italiani che provano a farsi spazio nel mondo della musica. Non ho scelto io i brani da eseguire e infatti sono stata nominata come la cantante “anglocalabrese”, dato che il mio accento non è dei migliori, ma mi sono impegnata e divertita tanto e questo è tutto ciò che conta.»
A proposito di accenti, tra i brani del tuo album quelli che continuano a riscuotere più successo sono sicuramente quelli cantati nel tuo dialetto di origine, non trovi?
«Come dicevo il primo disco serve per capire, abbiamo voluto proporre al pubblico un mix per far capire agli ascoltatori varie sfumature. Effettivamente, come hai sottolineato, i brani in dialetto calabrese sono quelli che hanno ricevuto più apprezzamenti e io sono felicissima di questo risultato.»
Oggi è l’ultimo giorno utile per votarti al Music Awards Contest: cosa ci dici in merito a questo particolare concorso?
«Moltissime persone mi supportano e credono in me dimostrandomi affetto e stima quotidianamente. Comunque andrà sarà un successo, ma visto che me l’hai chiesto: ricordo che è ancora possibile votare!»