Saranno ospiti speciali domani della finale di The Voice of Italy e hanno da poco ottenuto il disco d’oro in Italia per il singolo King, ancora adesso tra i brani più programmati dalle radio del Paese. Sono i Years & Years, il gruppo segnalato dalla BBC come “Sound del 2015” (vinto lo scorso anno da Sam Smith e negli anni precedenti da Mika, Adele e Ellie Goulding). Insomma, la pop sensation del momento che lancia il 10 luglio Communion, un disco di elettronica e dark pop con influenze house anni 90 che non deluderà le tantissime aspettative delle orecchie più attente che li hanno scoperti grazie a un video in heavy rotation prima su Mtv Push e poi in tutto il pianeta. Si sono formati così: Goldsworthy, da poco trasferitosi dall’Australia alla Gran Bretagna, conosce Turkmen online. Poco tempo dopo Alexander si unisce alla band come voce principale (Goldsworthy lo aveva sentito cantare sotto la doccia).
Vi siete conosciuti per caso e ora lavorate assieme. Background comuni?
«Siamo tutti figli di esperienze diverse, molti ci dicono che alcune cose suonano come gli anni 80, noi non eravamo ancora nati ma certo che c’è quell’influenza. Non è detto che tutto quello che ci piace si riflette nella nostra musica direttamente, ci piacciono i Beatles, per esempio. Ma gli anni 80 vanno bene, sono gli anni dell’esplosione del synth che noi utilizziamo molto volentieri.»
E che ve ne pare di questo business?
«È un gran lavoro ma è fondato sulla passione. Se dovessimo andare in ufficio al mattino ci sentiremo dei depressi. Finché non avevamo un contratto dovevamo fare altri lavori, ma non siamo dei capi di business, non è così che funzionano le nostre menti. È un piacere poter vedere quello che abbiamo fatto finora, abbiamo trovato un manager, ci ha portati in tour, poi abbiamo firmato per una label indipendente e ora siamo con la Universal. Se vuoi fare soldi fin dall’inizio magari non raggiungi il tuo obiettivo, noi ce la prendiamo come viene, se vengono pure i soldi, tanto meglio.»
Come vi definite?
«Non siamo interessati a fare musica dance per party, anche se ci siamo costituiti in seguito a delle serate assieme che avevano un sapore di party, anzi, meglio dire, serate mistiche. Ci piace l’elettronica scandinava, abbiamo visto Robyn coi Royksopp dal vivo e sono spettacolari. Ma ci sono anche molte influenze soul e R’n’b, anche i Radiohead se ci fai caso.»
Il vostro successo dice: “Ero un re sotto il tuo controllo”. È una contraddizione, che vuol dire?
«Deriva da una sensazione che molte persone ci dicono essere abbastanza condivisa, quando si esce da una relazione difficile, quando poi capisci che gli altri avevano ragione quando ti dicevano: non era la persona con te. Ma è così che va la vita ed è una descrizione di un attimo che poi si supera.»