X Factor compie dieci anni e la giuria dell’edizione 2016 è una tra le più combattive e variegate nella storia del programma. Il talent riprende le trasmissioni suSky Uno (e il venerdì in chiaro su TV8) dal 15 settembre, con tre puntate di audizioni, il 6 e il 13 ottobre con i Bootcamo e il 20 con le Home Visit. Dal 27 ottobre, e solo su Sky Uno HD, la diretta dei live. Abbiamo parlato del ritorno con Fedez, uno dei cantautori rap più venduti in Italia negli ultimi anni, che è dietro il banco dei giudici per la terza volta.
Come definiresti questa edizione?
«Io la approccio in maniera molto serena, mi sembra che sia l’anno della serenità. Faccio parte ormai della famiglia e mi trovo bene. Tranne che per Arisa, che fa colore».
Come sono i ragazzi che sono arrivati alle audizioni?
«Nulla di diverso rispetto agli altri anni, mi sembra che si equivalgano. Fanno sempre a gara a colpire e io cerco di fare il mio. Non ho una particolare preparazione da seguire, anche se essere il giudice che è ritenuto il più forte ha una certa responsabilità. La differenza è che ci sono più persone che vogliono essere prese da me».
Quest’anno hai fatto anche delle mosse nella tua carriera che ti hanno portato a essere indipendente. Come si riflette nel programma?
«Sono pronto a tornare a fare da manager nel mondo discografico, non è più una velleità, è una realtà. Non mi sono voluto addentrare negli ultimi tempi nella produzione, anche perché l’ultima volta che l’ho fatto non ho avuto manco la gratitudine. Ma dopo l’exploit di Rovazzi credo di essere pronto e non escludo un ritorno da discografico».
Hai mai guardato le edizioni estere di X Factor?
«Non proprio, non lo guardo sinceramente. Ormai il programma esiste solo in Italia e Inghilterra credo, infatti sono stato in Australia e nessuno credeva che esistesse ancora in Italia X Factor. Detto questo sono consapevole che questa è l’edizione più ammirata nel mondo, gli inglesi vengono qui a studiarci».
Ci parli del tuo alter-ego electro, Zedef?
«Avevo già fatto delle produzioni dance al tempo di Maddh, avevo prodotto Sayonara con dei produttori tedeschi. Per me è un modo per farmi conoscere anche all’estero perché è un diletto che mi porta al di là del rap, che nessuno capirebbe fuori dall’Italia. Poi ovviamente già è difficile restare in Italia, figuriamoci se mi faccio illusione per una carriera fuori dai confini».
Cosa ti spinge a ritornare?
«Il cachet? Potrebbe essere una risposta. Anche se penso sempre che con la prima edizione avrei guadagnato di più se fossi andato in tour. Ma X Factor alla fine lo si fa per coerenza, finché c’è onestà mi piace. Anche perché ho una faccia che fa vedere tutto subito, se non lo facessi con convinzione si capirebbe».