Arisa, con Manuel Agnelli, è l’artista più longeva a sedere dietro al banco dei giudici di X Factor quest’anno. Ha vinto Sanremo, ha fatto edizioni passate del talent show con Simona Ventura, Elio e Morgan ed è diventata un personaggio televisivo a tutto tondo grazie al programma. Nel 2016 si è ritrovata a essere l’unica donna nella trasmissione di Sky Uno e ci spiega come ci si sente.
Questa posizione crea vantaggi o svantaggi?
«Sono l’unica donna e sono svantaggiata indubbiamente. Io mi trovo bene con le donne, si stabiliscono dei rapporti così profondi che alla fine si litiga. Io gli uomini non li ho mai capiti. Sono diventate le nuove donne, e le donne sono diventate i nuovi uomini. Prendete Fedez, qualche malumore con lui c’è perché io con i bambini ci gioco mentre qui sono costretta a lavorarci».
Che edizione sarà?
«Sarà molto provante per me. Cercherà di non arrabbbiarmi perché non mi chiamano per tirare le sedie. Devo imparare a essere politically correct».
Che pensi di tutti i partecipanti delle vecchie edizioni? Ci ripensi ogni tanto?
«Per me tutti hanno avuto l’X Factor, anche chi è stato scartato. Io sono stanca di vocine perfette, amo l’anima, il sangue, l’imperfezione. Io sono un po’ freak e così saranno i miei concorrenti. Penso a Vasco Rossi, è il più grande in Italia e non è certo un artista perfetto. Ricordo sempre una frase che lessi su un diario di una mia amica: il mondo venera gli originali. Anche se non è più sempre così, perché oggi c’è una rincorsa all’omologazione, io mi batto per il coraggio dell’originalità».
Vale anche per le tue sceltte personali?
«Spero che le cose cambino nella discografia e credo stiano cambiando. Per la mia carriera ho scelto la dimensione teatrale che mi permette di portare in giro uno spettacolo che è più vicino al recital che al concerto. È un momento di dialogo».
Cosa ti fa andare avanti?
«I bambini sottopalco che cantano le mie canzoni. Se non avessi un repertorio bello non credo continuerei. La Notte, Controvento, ogni volta che ripenso all’importanza di quelle canzoni mi rendo conto che comunicare e avere un messaggio sono le cose per cui vale la pena continuare a fare questo mestiere».
Che tipo sei al di là di quello che si vede in tv?
«Ti dico quello che mi è capitato in Messico, quando ho fatto la volontaria per la NPH di recente. Sono stata lì ad affettare cipolle dalla mattina alla sera. Quelli che erano con me andavano in giro a chiedere se era vero che ero un personaggio famoso in Italia perché non ci credevano. Ero troppo normale per essere famosa».