Come si presenta una popstar italiana a 30 anninel 2016? E soprattutto, chi come Walter Fontana che è stato la faccia di un fenomeno teen come i Lost (Best Italian Act agli Mtv Awards del 2009), come si ripresenta? Nella maniera pù semplice possibile, con la propria musica. Esce in queste settimane Sono Qui, l’album solista del cantautore di Vicenza, un piacevole incontro di rock dance moderna, condita da collaborazioni con Placido Salamone, il produttore che lo aiutato a ricostruirsi un percorso sonoro, e Giovanni Caccamo, co-autore.
Cosa hai fatto da quando i Lost non esistono più?
«Non ho mai pensato di smettere di scrivere, e nello stesso tempo continuo a sentire i miei compagni. Il bassista della band ora suona con me, per esempio. Ho cercato di raggiungere la consapevolezza di quello che sono oggi, allontanandomi dai riflettori e tornando a vivere a Vicenza dai miei. È stata un’evoluzione naturale, con il mio avvicinamento all’elettronica, al rock, all’acustico».
Parlaci del singolo Perfetto, dove duetti col rapper inglese Jethro Sheeran.
«Avevo bisogno di ripartire parlando di una storia d’amore finita, dello scioglimento della band, della mia affermazione come artista individuale. Sono partito per Barcellona e mi sono messo a fare il busker. Conservo il ricordo di quei giorni molto speciali, dove mi sono trovato dalla sera alla mattina a suonare con musicisti sconosciuti. Sono partito solo con la chitarra all’improvviso e ho scritto queste canzoni».
Dove vuoi arrivare?
«Riporto la mia vita in questi testi, i pezzi sono usciti in maniera naturale. Io ho sempre avuto Bob Dylan come riferimento, mentre i miei maestri italiani sono Cesare Cremonini e Jovanotti. Ecco, arrivare ai loro livelli non mi dispiacerebbe».
Come hai conosciuto Giovanni Caccamo?
«Ci siamo incontrati nel 2008 quando mi ha intervistato per una tv. Ci siamo poi rivisti prima che lui facesse Sanremo lo scorso anno e avevamo lo stesso produttore, è stata un’amicizia spontanea e mi ha dato degli ottimi consigli».
Come porterai in tour le canzoni di Sono Qui?
«Partirò sicuramente dal gioco di specchi che si vede nel video e nella copertina del disco, una scaletta live di un artista che si ripropone dopo tempo deve necessariamente contenere i nuovi pezzi. Io ho deciso per il tour di dopo l’estate di suonare tutto questo nuovo disco. Poi sicuramente farò anche i pezzi più famosi dei Lost».
Ricordiamo che avevate un seguito molto agguerrito. È ancora così?
«Non puoi immaginare che affetto mi circonda ancora. E il nostro pubblico ha fatto marketing virale in maniera spontanea ben prima che ci fossero i social network. Sono ancora così, diffondono la mia musica e mi aiutano, proprio in questi giorni stiamo preparando adesivi e materiale da distribuire, sono loro che ce lo chiedono».
La tua professione è cambiata molto da quando hai iniziato. Ti piace ancora?
«Ci sono sempre meno possibilità di andare a suonare in tv quindi c’è molto più da lavorare sul web, e mi invento modi di far arrivare la mia musica ovunque. Come quando ho ideato degli house contest dove andavo a suonare a casa di persone e riprendevamo in video il live. Poi un canale televisivo è arrivato e ci ha rubato l’idea, ma va bene così».