“Volerai” è il singolo d’esordio di Nicolò De Carlo in arte Lunanico, cantautore, classe ’02, nato a Lugano in Svizzera. Disponibile su tutte le piattaforme di streaming e in rotazione radiofonica, il brano, nato tra le mura della sua camera – divenuta anche il suo piccolo studio di registrazione – racconta una storia che ha vissuto indirettamente ma che l’ha toccato particolarmente da vicino. «Mi è sempre piaciuto – commenta Lunatico – ascoltare i problemi della gente per poi cercare di aiutarli nel mio piccolo, come se fossi una sorta di psicologo a tempo perso». Volerai parla di suicidio, dove al primo ascolto il brano risulterà felice, pieno di speranza, ma andando avanti nell’ascolto la canzone risulterà tutt’altro che gioiosa. «Era proprio questo l’impatto che volevo, delle sonorità felici che potessero mascherare il brano, così che solamente le persone attente potessero capire il vero tema del brano».
“Volerai” è il tuo singolo d’esordio, cosa rappresenta per te questo lavoro?
«Volerai rappresenta innanzitutto l’inizio di un lungo percorso musicale che vorrei portare avanti e anche un messaggio forte che vorrei trasmettere alle persone che mi ascoltano, ovvero quello di dire basta alle tematiche tabù e di poterne parlare apertamente e tranquillamente con chiunque».
Volerai parla di suicidio. Come mai hai scelto questa tematica?
«Ho sempre apprezzato le tematiche forti perché poca gente ne parla a livello mediatico, si cerca sempre di mascherare queste tematiche rendendole molto “family friendly” per un pubblico di tutte le età.
Questo brano per me è anche una sfida per riuscire a capire se una tematica del genere può essere trasmessa e capita anche da un punto di vista radiofonico, e i risconti sono stati più che soddisfacenti!».
Come e quando ti sei avvicinato alla musica e alla scrittura?
«La musica mi è stata trasmessa inizialmente da mio padre, è stato lui il primo a farmi entrare nel mondo del cantautorato italiano e a farmi conoscere artisti come Samuele Bersani, Daniele Silvestri, ecc. Per quanto riguarda la scrittura è nato tutto come un’esigenza di esprimere i sentimenti e le emozioni che provo, è nato tutto nel 2017, era un periodo un po’ depresso per me e decisi quindi invece di chiudermi in me stesso e diventare introverso, di buttare a testo tutto quello che sentivo, e da lì è nata anche Volerai».
Quando scrivi da cosa prende ispirazione?
«Nasce tutto da un pensiero/storia, inizialmente penso ad un titolo e da lì creo tutta la sua storia dietro esso. Per quanto riguarda Volerai ho preso spunto da una storia che ho vissuto indirettamente ma che mi ha toccato particolarmente».
Al primo ascolto sembra un brano di speranza, man mano che lo ascolti, però, ti accorgi che è tutt’altro che gioioso. Come mai hai scelto questo tipo di sonorità, tali da mascherare la vera essenza del brano?
«Ci sono due motivazioni dietro tale scelta, in primis volevo appunto premiare le persone che non si fermavano al primo ascolto, quindi quelle persone che se avessero ascoltato anche solamente una volta in più il brano si sarebbero rese conto che il messaggio dietro alla canzone non era poi così tanto gioioso come sembrava. Poi in secondo piano volevo mascherare il messaggio per cercare di rendere la canzone il più “radiofonica” possibile, l’idea iniziale del brano era quello di creare un brano cupo con sonorità cupe, alla fine si è però optato per un contrasto tra sonorità e messaggio di cui sono molto contento!».
Dopo “Volerai” seguirà un altro singolo? Stai lavorando al tuo primo album d’esordio?
«Si, Volerai sarà il primo di sei brani che comporranno il mio primo EP che uscirà verso primavera-estate, non so ancora una data precisa e quali brani mettere al suo interno, ma qualcosa bolle in pentola».
Quali sono i gli artisti che segui e con cui ti piacerebbe collaborare?
«Io di mio ascolto veramente di tutto, ma per quanto riguarda future collaborazioni, sarei onorato di creare qualcosa insieme a Dardust, ha un bagaglio culturale e musicale elevatissimo e una fantasia fuori dagli schemi! Per quanto riguarda un featuring invece vorrei scrivere insieme a Margherita Vicario, la ritengo una delle migliori a livello italiano per quanto riguarda la scrittura».
Come mai hai scelto di chiamarti Lunanico?
«Il termine Lunanico è un semplice mix tra me e la mia personalità ovvero l’essere lunatico, da qui lunatico + nico. Mi definisco una persona lunatica, cambio umore molto velocemente nella vita quotidiana, e questo vorrei portarlo anche nelle mie canzoni, cambiando mood e sonorità ad ogni canzone».