Vladimir Luxuria è l’opinionista della nuova edizione de L’Isola Dei Famosi, in onda da lunedì 30 gennaio in prima serata su Canale 5. Spetterà dunque ad uno dei personaggi più poliedrici della tv italiana, che ben conosce L’Isola Dei Famosi, il compito di commentare a bordo campo le avventure dei naufraghi in Honduras. Di recente abbiamo incontrato Vladimir Luxuria, in occasione della nona edizione di OMOVIES (Festival di Cinema Omosessuale, Transgender e Questioning) promosso dall’Associazione i Ken ONLUS. Luxuria si è detta soddisfatta della partecipazione e della bellezza dei corti che, sebbene brevi – dice – hanno l’intensità di storie, di emozioni che possono essere raccontate solo attraverso immagini reali e spontanee. Andando oltre il tabù del transessuale comune che lo vede immerso in un contesto discinto, questi corti offrono occhi, parole e spazio a queste persone per metterne in risalto la delicata emotività.
Come pensa di essere vista, considerata o ricordata tra 100 anni?
«Spero di aver contribuito nel mio piccolo nell’aver reso l’Italia un Paese migliore. La mia battaglia ha aperto un po’ la strada al tema delle unioni civili. Se sono riuscita a dare una speranza, un sorriso anche ad una sola persona, questa è una cosa che mi gratifica. Non dobbiamo mai smettere di lottare e di dare voce alle nostre emozioni. Quando smetteremo di emozionarci saremo esseri morti anche se in vita».
In una società complessa, così satura di informazioni e che porta ad una tremenda superficialità in tema di questioni morali, qual è l’insegnamento che secondo lei possa educare al pensare e all’agire critico?
«Sicuramente un’informazione libera e di qualità, non in ginocchio, che racconti la realtà per com’è davvero, anche se scomoda, un giornalismo coraggioso. Le cose sono cambiate per le nostre battaglie quando l’informazione ha incominciato a raccontare le nostre vite, le nostre aspirazioni e i nostri sentimenti. Io sono contro le censure. Il bavaglio all’informazione vuol dire incapacità per chi non conosce certe situazioni, di venirne a contatto».
Cosa si aspetta ancora dal governo in tema di diritti per omosessuali?
«Sono grata perché finalmente in Italia c’è una legge sulle unioni civili, certo non è l’obbiettivo finale, quello dovrebbe essere il matrimonio ugualitario ma è comunque un grosso passo in avanti. Non credo che in questa legislatura si possono affrontare temi sulla genitorialità o l’adozione o leggi sull’omofobia perché è comunque un governo di scopo, che non bada ai problemi fondamentali».