Vittorio De Scalzi torna sulle scene con il nuovo album di inediti “L’attesa” (uscito il 27 aprile per FermentiVivi/Aerostella). Un lavoro eclettico e multiforme, che il leader e fondatore dei New Trolls ha interamente composto, arrangiato, interpretato e suonato da solo.
L’attesa è un nuovo lavoro discografico, interamente composto arrangiato e suonato da lei. Parliamo un po’ della fase di realizzazione del progetto.
«È un progetto speciale, un po’ particolare per me che solitamente realizzo album concept. Sono dieci anni che metto da parte del materiale per questo progetto. Ho cominciato a registrare i brani in casa mia, dove ho uno studio provato, quindi me lo sono suonato completamente da solo, fatta eccezione per due canzoni. La prima è quella che dà il titolo all’album, ovvero L’Attesa, dove ho avuto come produttore del brano il mio amico Zibba, un grande cantautore col quale avevamo fatto già una cosa insieme in suo disco. La seconda canzone invece “Ordinary pain” un blues in inglese che ho tentato di farlo anche in italiano, ma secondo me il blues porta meglio la lingua inglese. In questo brano ho avuto come ospite il grande bluesman Paolo Bonfanti. Per il resto ho suonato tutto io, dando sfogo al mio ego smisurato. Sono un polistrumentista, per cui mi sono suonato chitarre, basso, ho programmato le batterie, i sintetizzatori, il pianoforte. Mi sono confrontato con me stesso e devo dire che sono molto soddisfatto perché è venuto fuori un album molto speciale».
Un album importante che celebra anche i suoi 50 anni di carriera
«Quando ho cominciato a raccogliere i pezzi, non potevo prendere cose che avevo messo da parte 50 anni fa. Quindi mi sono soffermato solo sulle cose che avevo archiviato negli ultimi 10 anni. Ho realizzato un disco quasi per necessità. Avevo bisogno di dare sfogo e libertà a canzoni che stavano in prigione e che ho voluto liberare, aprendo loro la porticina della cella».
Come mai ha voluto omaggiare Pino Daniele?
«Lo avevo conosciuto tantissimi anni fa all’inizio della sua carriera. Il suo manager di allora mi parlò di questo ragazzo che faceva blues napoletano e mi invitò ad un suo concerto. Quando sono andato al concerto sono rimasto molto colpito da questo ragazzone con i capelli lunghi e la giacca con le frange di pelle. Da quel momento siamo diventati amici. Il fatto che sia venuto a mancare così presto, mi ha molto colpito. Secondo me aveva ancora tante cose da darci. Ho scritto questa canzone senza grandi pretese, dove l’ho ricordato, oltre che nel testo, anche nella musica mi sono un po’ ispirato alle sue cose. Ho suonato alternativamente la chitarra classica e quella elettrica, che sono i due suoni che usava Pino».
Da alcuni anni vive a Sanremo, la città del Festival, che l’ha visto partecipare ben otto volte. La rivedremo sul palco dell’Ariston?
«In realtà ho presentato un pezzo anche quest’anno, che non è passato, ma c’erano troppi Pooh (ride n.dr.). Avevo un bellissimo brano che ho messo da parte e siccome sono caparbio, lo presenterò per il prossimo festival».
Nel 2017 ha festeggiato al teatro San Carlo di Napoli i suoi cinquant’anni di carriera. In breve come potrebbe riassumere la sua vita artistica?
«Si, un grande concerto al Teatro San Carlo di Napoli, con molti ospiti e amici che sono venuti a trovarmi. Riassumere 50 anni di carriera non è cosa facile. Ho conosciuto tantissima gente, ho fatto tanta musica, ne ho ascoltata altrettanta. Ogni volta ci si rinnova, che è importante. Non si vive di nostalgia, ma si guarda comunque continuamente avanti. Bisogna essere aperti anche alle novità. Quando un artista ha 50 anni di carriera, rischia di diventare un vecchio dinosauro, invece deve rimanere una giovane pantera».
Due diverse anime artistiche, la prima che negli anni ’60 l’ha portata a fondare i New Trolls e l’altra quella del cantautore. Cosa hanno in comune e in cosa si differenziano queste due anime?
«Secondo me l’essere cantautore significa scrivere le parole e la musica contemporaneamente. Per cui si differenziano solo nel modo della condivisone. Quando fai del rock lo condivide con altri elementi della tua band, quando fai il cantautore suoni da solo e non condividi con gli altri i tuoi pensier, ti chiudi in te stesso per poi aprirti e dare sfogo alla tua creatività. In realtà la condividi con quelli che ti ascolteranno, mentre invece fare del rock ‘n’ roll, lo condividi prima di realizzarlo, infatti nascono discussioni che in realtà poi portano ad avere un certo tipo creatività diversa».
Quest’estate sarà impegnato in un tour per La storia dei New Trolls con un concerto che prevede una scaletta legata alla storia del gruppo. In questa occasione canterà anche dei brani presenti nel suo ultimo lavoro?
«Sarà un concerto dedicato alla storia dei New Trolls, mentre per quanto riguarda il mio nuovo lavoro, lo presenterò in un tour promozionale che farò in questo periodo, in cui sarò da solo per poter spiegare e raccontare al meglio il succo del mio lavoro».
Quali i suoi progetti futuri?
«Sto già lavorando ad un nuovo disco, sto già scrivendo dei nuovi brani».