È il viaggio il leitmotiv di Viandanti (canzoni da un tempo distante), il primo album del cantautore calabrese Tommaso Talarico, che lo porta ad addentrarsi negli anfratti dell’anima e a raccontare storie di uomini e donne che inciampano nel corso della propria esistenza e proseguono verso un ignoto destino. In Viandanti (canzoni da un tempo distante) Talarico fonde il rock, il pop, il jazz, la bossa nova e la canzone d’autore e propone undici brani musicalmente raffinati. Il progetto discografico vanta la produzione artistica di Gianfilippo Boni e la collaborazione di musicisti tra cui Riccardo Tesi, Giuseppe Scarpato, Riccardo Galardini, Lorenzo Forti, Fabrizio Morganti e Claudio Giovagnoli.
Nel brano pop “Il tempo delle favole” Talarico fotografa la triste realtà contemporanea, in modo ironico ed invettivo, e presenta all’innocente Alice, un mondo animato da personaggi che ambiscono ad apparire più che ad essere, mostra una società in cui all’opulenza si oppone l’abbandono, la precarietà e l’emarginazione. Un mondo in cui i Potenti permettono l’esecuzione di crimini in nome della fede, così come viene cantato nella canzone rock “In nome Dio”. E ancora di crimini efferati l’artista parla in “Sud”, ricostruendo un agguato commesso in Calabria dalla ‘ndrangheta, con un graffiante rock in cui la chitarra elettrica e il basso accompagnano un canto sofferto per la propria terra nativa. Sempre con il rock affronta una tematica forte, la tossicodipendenza ne “La Storia di Lillo”, per narrare il dramma di un ragazzo impantanato nella droga, che tenta inutilmente di rinascere. In “Caleidoscopio” canta lo stato d’animo di Alberto, immerso nelle illusioni e nei sogni, nel tentativo di isolarsi dal caos della città. Uno stato di alienazione in cui si trovano i protagonisti della coinvolgente ballad “Viandanti”, che viaggiano nel tempo, persi nella memoria di posti lontani. Pensieri nostalgici che affiorano anche in “Eolie”, in cui il violoncello, la chitarra, l’organetto diatonico danno vita ad una melodiosa serenata in omaggio a Lipari e Stromboli. Poi, l’atmosfera si fa leggera nella spensierata “Alla facoltà di lettere e filosofia” e diventa avvolgente ne “Il dono”, in cui il sax risveglia il ricordo di una passione intensa, e la chitarra acustica offre sonorità tipiche della bossa nova. Si prosegue sull’onda dei sentimenti con “L’amore di sé”, in cui il cantautore accompagnato dall’armonica rivive un rapporto di coppia finito, in cui prevale l’amore per se stessi. Talarico conclude il suo viaggio poetico e musicale con “La schiuma dei giorni”, dalle sonorità jazz, in cui ripensa al tempo ormai trascorso, rievocando attimi di vita e occasioni perdute.
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