Cantante e compositrice di origine materana, Veronica Pompeo negli anni della sua crescita artistica ha affiancato lo studio della recitazione e del canto classico alla passione per la musica pop e le contaminazioni fra generi. Di recente ha pubblicato “A provincial painter moods” (Rusty Records / distribuzione digitale Believe Italia), un progetto artistico sperimentale, davvero interessante, che unisce la musica e il teatro in sei tracce originali, una sorta di “divertissement” sulle musiche di scena pianistiche di Domenico Capotorto realizzate per la commedia “A provincial painter” di Dacia Maraini. L’album vede Veronica Pompeo in veste di autrice dei testi e coautrice delle musiche.
Parlaci di “A provincial painter moods”.
«È un progetto nato per caso, molto semplicemente perché forse c’era anche una fortissima voglia creativa dentro di me, in quel periodo in cui ho lavorato su queste musiche. Il progetto artistico sperimentale unisce la musica e il teatro in sei tracce originali. Nate come una sorta di “divertissement” sulle musiche di scena pianistiche di Domenico Capotorto realizzate per la commedia “A provincial painter” di Dacia Maraini. Ho cercato di creare una sorta di diario personale che andasse a mettere in luce quelli che erano gli umori della protagonista della commedia della Maraini. Ecco perché la commedia ha come titolo “A provincial painter” e il mio lavoro ha come titolo “A provincial painter moods”, appunto volendo ricalcare il lato emotivo della protagonista che tramite la mia voce, ha visto realizzati i suoi umori, i suoi stati d’animo all’interno di questo lavoro musicale. Le tracce sono sei, come le scene della commedia, e in ognuna di esse è venuto fuori quello che si realizza nello spettacolo. Ho cercato, tramite un lavoro di composizione emozionale, di tralasciare la parte compositiva legata alle strutture armoniche precostituite che possano ricondurci ad un accademismo già dato, facendo in modo che l’aspetto prettamente emozionale avesse la meglio su quello che potevano essere delle costruzioni già ascoltate. Nella commedia della Maraini non c’è scritto in quale epoca è stato ambientato lo spettacolo. Il mio lavoro l’ho ambientato nel mondo d’oggi, però essendo ambientato il Pennsylvania ho voluto mettere in risalto quelli che fossero i più grandi artisti del posto, come Billie Holiday e il grande produttore Thom Bell».
Con “A provincial painter moods” hai vinto il premio “Global Music Award” di Los Angeles nella categoria Female Vocal.
«È un premio molto ambito poiché è internazionale, in cui hanno votato la voce. È stato un punto di orgoglio perché non nascondo che è la prima volta che mi muovo anche come autrice di musiche, come compositrice, quindi aver avuto un riscontro così importante, mi ha dato parecchia carica anche per continuare da questo punto di vista a proseguire la mia carriera. Mi auguro che i prossimi lavori siano ancora più interessanti, che possano abbracciare anche una fetta di pubblico ancora più appassionata di musica nuova, che non ricalchi il già noto».
Da diversi anni affianchi l’attività artistica a quella didattica, infatti sei docente di Canto Pop Rock presso il Conservatorio di Musica “G. Martucci” di Salerno.
«Lavoro in conservatorio ed è molto interessante il fatto che io insegni musica pop, perché mi riconduce un po’ alle mie origini, a quando da ragazzine mi sono avvicinata alla musica pop, prima di dedicarmi allo studio del canto lirico, inoltre mi lascia anche una finestra aperta al mondo del quotidiano. Nonostante il lavoro ho inciso, che molti lo definiscono di nicchia, sono convinta che sia interessante perché si allontana dal discorso mainstream. Quindi il fatto di avere a che fare quasi tutti i giorni con qualcosa che passa in radio e che piace molto ai giovani, porta anche a comprendere quali possano essere le strade alternative affinché chi ascolta la mia musica riesce a comprendere che esistono altri mondi non necessariamente legati alla lirica o alla musica colta, ma che siano in grado di avvicinare i vari generi, creando musica sperimentale. Il lavoro principale di qualsiasi artista è quello di creare linguaggi nuovi, che possano prendere spunto da quello che è stato, cercando cose che possano farci guardare al futuro con occhi diversi dal punto di vista musicale».
Hai collaborato come consulente musicale e vocal coach con il “Festival di Castrocaro”, “I Fatti Vostri”, “Ti lascio una Canzone”, “Musicultura”, “Festival di Sanremo”. Cosa ne pensi delle nuove realtà musicali?
«I giovani d’oggi hanno tanto da poter dare. Purtroppo il momento musicale odierno, non riesce a dar loro spazio per motivazioni legate alla carenza di fondi. Ritengo molto semplicemente che se si riuscisse in qualche maniera a dar voce a questi giovani ragazzi che vogliono esprimersi con il loro linguaggio, che non appartiene necessariamente a quello comune, in Italia ci sarebbe una nuova produzione musicale, in grado di strizzare l‘occhio agli ascoltatori a livello internazionale».
I tuoi ragazzi hanno ascoltato “A provincial painter moods”? Quali sono stati i loro commenti?
«Si, lo hanno ascoltato ed il loro commento è stato per loro motivo di orgoglio ascoltare la propria insegnante che produce un lavoro di sperimentazione. Questo per me vuol dire che la musica continua ad avere un futuro. Con il mio lavoro discografico ho voluto osare con qualcosa che fosse diverso, per il gusto di metter fuori quello che io sono. Questa cosa è stata molta apprezzata dai ragazzi, perché hanno compreso che se io ho avuto il coraggio di farlo, loro a maggior ragione, avendo 20 anni meno di me, possono osare. Quindi è importante che vivano della loro musica senza diventare vittime di un sistema».