Gué Pequeno sta incontrando il suo pubblico in varie città italiane per presentare una Royal edition dell’album “Vero”, considerato da molti come l’album rap del 2015: oltre alle 16 tracce originali che compongono l’album, un secondo disco “Vero +” raccoglie 14 nuove tracce tra inediti e rarità. Con “Vero”, tuo terzo album da solista, ti sei stabilito al primo posto delle classifiche nella settimana di esordio: un risultato straordinario se si pensa che nel campo del rap solo J-Ax e Clementino sono riusciti a fare un esordio così importante. Adesso grazie con “Vero +” fa un grande regalo ai tuoi fan che possono, a distanza di non molto tempo, conoscere brani nuovi.
Ci parli di questo lavoro discografico?
«Non si tratta di una semplice riedizione del mio disco ma è un lavoro al quale mi sono dedicato molto realizzando un ottimo prodotto. perché sono riuscito a fare collaborazioni con molti artisti spaziando in generi diversi. Penso a Franco Ricciardi, Rosario Miraggio, Peppino di Capri, Maruego, Joke, Akon tutti grandi artisti che sono presenti nel disco. Di questa cosa sono contento e spero che lo saranno anche i miei fan.»
Perché hai scelto una carriera da solista, nonostante il successo ottenuto con i club Dogo?
«Avevo bisogno di voltare pagina, di creare il mio marchio. L’ho fatto non perché non c’era più sintonia ma per esaltare al massimo la mia voglia di fare musica. Sono una persona che ama fare musica, non mi frega molto il lato economico di questo lavoro ma quello passionale.»
Cosa pensi dei social network?
«Credo che nella nostra era sia impossibile farne a meno, anche io li uso molto per lavoro. Quello che non mi piace è il modo ossessivo con cui la gente li utilizza. Questa sorta di dipendenza da social non mi appartiene. Gestisco io il mio profilo Instagram e utilizzo facebook in maniera molto personale. Non sono quel tipo di artista che scrive post per avere “mi piace”o per costruire un’immagine distorta di me.»
Come strutturi la scaletta per un tuo live?
«Ho all’attivo tre album da solista e nei miei live inserisco brani tratti da tutti e tre. Del resto non ho molti problemi nell’organizzare la scaletta perché sono forte del disco e del tour scorso che è andato veramente molto bene.»
Cosa pensi delle collaborazioni tra artisti?
«Sono a favore di quelle stimolanti, mentre mi sono un po’ stufato delle collaborazioni tra rapper italiani.»
Quali sono le fonti d’ispirazione per i tuoi testi?
«Il rap insegna che l’ispirazione è la strada, l’esperienza di vita. Ho una vita piena di episodi, di storie che mi piace raccontare nelle mie canzoni.»
Musica, musica, musica e poi? Cosa ama fare Cosimo nella vita di tutti i giorni?
«Non ho molto tempo libero perché lavoro sempre. Amo profondamente il cinema. Del resto la copertina del mio album può fare comprendere questa mia passione per la settima arte. Di recente ho fatto una parte, piccola intendiamoci, nel film “All night long” con Clementino, ‘Nto e Ciccio Merolla. Sto lavorando ad una nuova sceneggiatura e non ti nascondo, che se avessi tempo, mi piacerebbe potermi dedicare allo studio della recitazione per fare qualcosa in teatro.»
Chi è, secondo te, il capo della “crew dei rapper” in Italia?
«Fatte le dovute differenze tra rap straniero e rap italiano credo che Marracash e Fabri Fibra siano i “capi” del rap italiano, hanno spessore, sono unici nel loro modo di essere.»