Antonello Venditti, dopo aver dedicato una vita e numerose canzoni alla sua città, Capitale d’Italia, scrive “Nella notte di Roma”, edito da Rizzoli e presentato ieri alla Galleria Alberto Sordi di Roma.
“Nella notte di Roma” è un romanzo autobiografico dove Venditti racconta la sua Roma con un intreccio di amore e odio. Ne osanna le bellezze (tante) e ne elenca le bruttezze (purtroppo, altrettante). Ne delinea aspetti positivi e negativi attraverso una passeggiata in auto avvenuta in piena notte. In compagnia di Laura, una sconosciuta non romana – rimasta vittima di una tempesta di guano – l’autore presta soccorso dando vita ad una complicità basata sulla totale casualità dell’incontro. Inizia così un viaggio a tappe dentro la città e dentro la sua notte, dialogando con Laura. Venditti individua sette vizi capitali di Roma, non biblici ma peculiari. Dal vizio di Unicità (peccato originale che vede l’Urbe essere il centro del potere temporale e spirituale) a quello di Impero; dal vizio di Illusione e di Memoria (corta), a quello di Neopaganesimo che porta a mettere sul trono imperiale calciatori ormai simili a semidei e infine ad accoltellarli, secondo il destino di ogni Cesare. Fino a due vizi paradossali, i più scandalosi, i più imperdonabili: quello di Bellezza e quello di Purezza.
Antonello Venditti, nella sua analisi – attraverso l’ironia che da sempre lo contraddistingue – traccia con incisività quello che non gli piace. Un libro scritto a “cuore aperto” nel quale non esita a prendere posizione su questioni politiche. Non ha paura a dire che Roma non è pronta alle prossime elezioni. Parla di cronaca, di costume. Dal destino del prossimo sindaco a quello di Totti, simbolo della storia del calcio e della Roma, pugnalato alle spalle a fine carriera. Parla della candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024 e non nasconde una profonda amarezza per le infiltrazioni criminali di Mafia capitale.