Da oggi arriva nelle sale “Veleno” (distribuito da Altre Storie), evento speciale della Settimana Internazionale della Critica alla 74a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Diretta da Diego Olivares, la pellicola vede nel cast Massimiliano Gallo, Luisa Ranieri, Salvatore Esposito, Miriam Candurro, Nando Paone, Gennaro Di Colandrea, Monica Robustelli.
“Veleno” è ispirato a una storia vera, quella di Arcangelo Pagano e della sua famiglia, colpita dalla drammatica quanto cruda quotidianità della vita nella Terra dei Fuochi.
Cosimo (Massimiliano Gallo) e sua moglie Rosaria (Luisa Ranieri) vivono di agricoltura e allevano bestiame in un piccolo centro del casertano. Dopo anni di tentativi, i due riescono a concepire un figlio. La felicità per i due coniugi, però, durerà ben poco. La coppia sarà al centro di minacce e ripercussioni da parte di alcuni esponenti della camorra, quali il giovane avvocato Rino (Salvatore Esposito) e lo zio, Donato Vasile (Nando Paone). Nonostante le continue minacce, la coppia si rifiuta di lasciare che la propria terra diventi una discarica destinata ai rifiuti tossici. Ezio (Gennaro Di Colandrea), fratello di Cosimo, e sua moglie Adele (Miriam Candurro), attratti da facili guadagni, accettano il compromesso, cedendo i loro terreni. La situazione si complica, quando Cosimo scopre di avere un tumore, causato dal veleno che contamina l’acqua, i raccolti e il bestiame. Dopo un’esistenza trascorsa a lavorare la sua terra, quella ereditata dal padre, Cosimo muore, lasciando da sola Rosaria, una donna coraggio, che lotta fino alla fine con tutte le sue forze per proteggere e tutelare la sua famiglia, la sua terra e le sue origini.
Un film di denuncia, a sfondo sociale, che documenta una realtà che in molti volontariamente o involontariamente non hanno il coraggio di vedere, di accettare. Un focus sulla vita di persone, vittime di un abuso di potere, che si ritrovano imprigionate in un vortice, dove a prevalere sono l’amore e l’odio, i diritti e l’ingiustizia, la felicità e il dramma. “Veleno” è stato girato nei luoghi simbolo del disastro ambientale della Campania, dove le patologie tumorali sono in aumento nelle provincie di Napoli e Caserta, e in tutta la regione ogni giorno si registrano mediamente 10 reati contro l’ambiente.
Luisa Ranieri. «Questo film ci ha visto partecipi nel raccontare questa storia di umanità disperata che non ha più appartenenza e radici. Il mio personaggio diventa eroe in quanto non si lascia corrompere dal denaro, ed è questa secondo me la forza di questo film. Un lavoro che parla non solo della Campania, ma dell’Italia in generale. Un Paese che non ha legami con il territorio, non rispetta l’ambiente a discapito della salute pubblica. Rosaria è la voce della speranza, e rappresenta la forza delle donne, tutte le persone che si sono ribellate, rappresenta la terra e le proprie radici».
Salvatore Esposito. «Quello che la storia ci insegna, soprattutto negli ultimi anni è che le associazioni mafiose che hanno fatto più vittime, non sono quelle che sparano, ma che dirigono e governano. Nel film interpreto Rino Caradonna, un avvocato che fa da tramite tra la brava e la cattiva gente, un uomo che per la sua ambizione cerca in tutti modi di ottenere quello che vuole anche attraverso un passato e un presente che gli sono stati imposti. Alla fine, per chi ha visto il film, sa che in qualche modo anche lui diventa una vittima di questo Veleno, non proprio come Cosimo, nel film interpretato da Massimiliano Gallo. Ma in certo qual senso, Rino si ritroverà a compiere un gesto per proteggere la sua famiglia».
Miriam Candurro. «Interpretare Adele è stata una bella esperienza e una sfida. La bellezza e l’atrocità di questo personaggio sta proprio nel suo modo di cambiare. Nella prima parte del film troviamo una ragazza umile e gentile, nella seconda parte il suo ruolo diventa quella di una donna che accetta il compromesso, che si lascia corrompere da potere e dal denaro. Il veleno che contagia Adele è quello dell’animo. Questo per dire che il veleno non avvelena solo quelle terre, ma anche gli animi di chi ci vive».