Komandante dopo 36 anni, 16 album e 170 canzoni dal tuo debutto hai una sola colpa: sai fare solo buona musica. È uscito il nuovo album di Vasco Rossi “Sono innocente” che contiene 15 brani , 10 inediti, 3 anticipazioni e 2 bonus tracks inedite. Un viaggio nel mondo del rocker emiliano dalle origini ad oggi; dai suoi esordi con “Marta piange ancora” un brano inciso a 15 anni, che si trovava in rete in una demo di pessima qualità e che, in questo nuovo album, è stata restituita al suo pubblico in versione moderna. Nel brano si sente molto forte l’influenza di Rino Gaetano e dei suoi nonsense.
La parte strumentale di “Sono innocente” è straordinaria; tutta la storica band del Blasco, Andrea Innesto, Claudio Golinelli, Stef Burns, Alberto Rocchetti, ma in particolare la chitarra di Vince Pastano e la batteria di Glen Sobel accompagnano in maniera perfetta i testi di Vasco. Si comincia con i ritmi indiavolati di “Sono innocente”, per continuare con “Duro incontro” dove Pastano si esibisce in un assolo da urlo. Chapeau per lui.
C’è spazio per le consuete ballad romantiche, sempre efficaci e riuscite : “Come vorrei” malinconica, struggente che ci riporta al miglior Vasco, e poi “Accidenti come sei bella”, una dedica per donne speciali, una serenata che ti entra nel cervello sperando che un giorno qualcuno te la dedichi.
In quasi tutti gli album di Vasco c’è una canzone in cui l’artista tira le somme; in questo lo fa in “Quante volte”, pezzo malinconico in cui l’uomo adulto riflette sulla sua vita: “non voglio più credere che domani sarà, sarà diverso e poi, chi lo sa!”
Vasco tira fuori dal cilindro due pezzi molto particolari: “Il blues della chitarra sola” sospeso tra blues (grazie alla chitarra di Stef Burns) e coro da balera, e “L’ape regina” che ricorda ballate celtiche.
Meno interessanti “Cambia-menti” e “L’uomo più semplice”, ma non rovinano la riuscita complessiva dell’album .
Altro successo per il Komandante che, alternando i generi, confeziona un lavoro destinato ad un vasto pubblico.