«Con “Miele” ho voluto raccontare una storia forte che mi desse la giusta carica e motivazione per catapultarmi nella nuova veste di regista. Sono molto legata a questo film poiché mi ha portato al Festival di Cannes con altri film italiani fatti da grandi amici nonché grandi artisti, anche se a causa della forte emozione non riesco a godermi appieno questo momento». Queste le parole che Valeria Golino dichiara all’ANSA.
“Miele”, che ha rappresentato l’Italia nella categoria Certain Regard del festival, è un film prodotto da Riccardo Scamarcio e Viola Prestieri (una produzione Buena Onda con Rai Cinema in coproduzione con Les Films des Tournelles e Citè Films) uscito nelle sale lo scorso primo maggio e distribuito da Bim.
«Anche se il ruolo di Irene era nelle mie corde: fossi stata più giovane avrei provato a rubarlo a Jasmine Trinca» la Golino, a differenza di molti suoi colleghi, ha deciso di non recitare, concentrando tutte le energie a sua disposizione sulla regia.
Ispirato al libro “Vi Perdono”’ di Angela Del Fabbro, edito da Einaudi, la pellicola cinematografica racconta di Irene (Jasmine Trinca) trentadue anni, una ragazza italiana che vive sola e dedica la sua vita ad alleviare il dolore degli altri. La giovane donna aiuta gli ammalati terminali a porre fine alle proprie sofferenze, vivendo la sua professione come una vera e propria missionaria. Sempre in movimento e alle prese con relazioni occasionali cui non riesce a dedicare la giusta attenzione (Vinicio Marchioni e Libero De Rienzo) la ragazza porta avanti il suo lavoro facendo spola tra il Messico e l’Italia. Nel corso dei suoi spostamenti, “l’angelo della morte”, se così possiamo definirla, incontra l’ingegner Grimaldi (Carlo Cecchi), un uomo che pur non avendo alcun problema di salute, decide di chieder aiuto a Irene per porre fine alla sua esistenza. Sarà proprio a causa di di Grimaldi che la donna metterà in discussione la propria identità e il destino che si è scelta.