“Universale” (pubblicato e distribuito da Azzurra Music) è il titolo del primo progetto discografico di Rosmy, la cantautrice lucana già vincitrice del Premio Mia Martini Nuove Proposte per l’Europa 2016. Il disco è stato anticipato in radio dal singolo “L’amore è rincorrersi” ed è un racconto in 10 tracce di storie ed emozioni che rappresentano il mondo di Rosmy, o meglio, il suo “universo” artistico e personale.
Dopo una serie di singoli è uscito il tuo album “Universale”, ce ne vuoi parlare?
«È un lavoro che aspettavo da tempo. Dopo aver pubblicato diversi singoli, ad un certo punto ho iniziato a sentire la necessità di realizzare un mio disco d’esordio e di raccontare a chi mi ascolta il mio Universo».
Cosa rappresenta per te questo album d’esordio?
«Ad un certo punto della mia vita ho deciso di far venir fuori quella che ero, attraverso il testo stesso Universale, che nasce proprio dall’importanza di voler raccontare un amore universale, ma non quello banale. Il sottotitolo di Universale infatti è “L’amor che move il sole e l’altre stelle”, come descrive Dante».
Tu vivi la musica come pura energia universale che abbraccia tante situazioni della vita in un’unica forza: l’amore…
«Con questo disco volevo far vedere l’amore in diverse sfaccettature, come la solitudine, la consapevolezza, l’assenza, la libertà, infatti per ogni titolo c’è sempre un sottotitolo. Tutto questo per evidenziare un Universo affascinante, ma anche un po’ complicato, nella bellezza e nella diversità».
Nel brano “Un istante di noi” con il sottotitolo “Amore che cerca i suoi attimi” racconti di provare a dare importanza alle piccole cose, ai piccoli gesti, lontani dalla quotidianità e la frenesia a cui spesso la vita di tutti i giorni ci sottopone.
«Un istante di noi non è altro che l’amore che vive in un attimo, come dice il sottotitolo. “Ho scelto di essere libera” vuole essere l’amore visto come libertà, “Trema pure la città” lo vivo come amore che è contro l’indifferenza, oppure “Inutilmente” che non è altro che l’assenza di un amore, quando ci manca qualcosa, quindi si avverte una sofferenza».
In “Inutilmente” affronti il fenomeno molto diffuso del “ghosting.
«Il ghosting è un tema fortissimo perché secondo me sparire senza confrontarsi e affrontare le proprie responsabilità è un trauma sociale pazzesco. Si nota anche sui social, quando i tuoi amici spariscono senza un motivo. In questo brano cerco di descrivere la solitudine di una persona. Nel video, ad esempio, mi si vede in mezzo al mare con un pianoforte. Ognuno di noi quando è solo sente la necessita di aggrapparsi a qualcosa per rivivere, per rinascere. La mia ancora di salvezza è la musica, ecco perché ho scelto il pianoforte».
I brani sono autobiografici oppure sono il frutto dei quello che vedi nel tuo quotidiano?
«Tutto quello che scrivo nei miei testi nasce da quello che vivo, quello che mi succede intorno. Per me scrivere musica è come respirare, una cosa naturale e di vitale importanza. Tre per me sono le cose importanti, il teatro, la musica e la vita. Le cose le vivo quotidianamente. Spesso mi ritrovo per strada a chiedere a persone che non conosco, dei consigli su come continuare a scrivere un brano. Le storie che racconto nei miei testi, le vivo e mi arrivano vivendo. Non sempre sono autobiografiche, ma in alcuni casi lo sono diventate. Molto spesso, infatti, accade di aver scritto qualcosa, e poco dopo quella cosa mi succede».
“Se mi sfiori”, un omaggio a Mango e Mia Martini.
«È un brano scritto nel 1976 da Pino Mango, mio conterraneo, per Mia Martini. Quando vinsi il Premio Mia Martini nel 2016, Franco Fasano decise di farci cantare un brano di Mia Martini a tutti e sette i finalisti. In quell’occasione scelsi di interpretare “Se mi sfiori”, quindi ho voluto contribuire nel mio piccolo a far rivivere e ricordare questi due grandi artisti».
In “Ninna Nanna” troviamo la collaborazione con i Renanera.
«I Renanera sono un gruppo lucano. Sono sempre stata legata alla mia terra. Ho sin da piccola respirato melodie del passato, storie dei miei avi musicisti girovaghi che suonavano l’arpa e il violino a New York, Parigi. Tra queste melodie c’era anche questa ninna nanna che ho scelto di inserire nel disco come bonus track, e che più volte l’ho portata in teatro. L’ho scelta per far capire che è importante l’identità, la storia di ognuno di noi e l’ho voluta fare con un gruppo popolare conosciuto in Basilicata, che sono i Renanera».