Presentata una proposta di legge molto interessante finalizzata a promuovere e garantire lo sviluppo dello smart working nei borghi d’Italia e per incentivarne il ripopolamento e migliorare la qualità della vita dei lavoratori approfittando della ripartenza post pandemia da covid19.
Questa proposta di legge, ha dunque l’obiettivo di rianimare borghi oramai spopolati da anni grazie alla versatilità del lavoro garantita dal ‘digitale’ trasformando i piccoli comuni in centri innovativi per tutti coloro che sceglieranno, grazie a incentivi per il lungo periodo, di risiedere lontano dalle città metropolitane.
Da questo punto di vista la ripartenza del Paese offrirebbe l’opportunità di un’inversione di tendenza valorizzando il patrimonio importante di arte storia e cultura italiana, che può tornare ad essere un vanto e spingere verso una modalità di vita nuova, più eco-sostenibile e meno stressante per tutti: la possibilità di ripensare all’Italia come un sistema diffuso che valorizzi la sua identità culturale, partendo proprio dai borghi che sono i primi detentori di questa eredità ultramillenaria.
La proposta di legge si compone di alcuni pilastri, elaborati in pochi articoli: il ripopolamento dei borghi d’Italia, nuova e più versatile definizione di smart working, garanzia dei servizi essenziali e di incentivi volti alla migrazione presso i piccoli comuni, la valorizzazione del territorio e delle attività locali e artigianali.
L’iniziativa è stata promossa da Francesco Maria Spanò, membro del Cts del club I borghi più belli d’Italia ed è stata illustrata nel corso di una conferenza stampa cui ha partecipato anche Riccardo Varone, presidente Anci Lazio e Fiorello Primi, presidente club i Borghi più belli d’Italia.