“Una famiglia quasi perfetta”, spettacolo scritto e diretto da Carlo Buccirosso approda al Teatro Sala Umberto di Roma. In una piacevole e tranquilla villetta residenziale, una pacifica famigliola, lui affermato psicologo, lei insoddisfatta casalinga, sembrano vivere in apparente armonia assieme al loro figlioletto, adottato sin dall’età di sei anni, e che ora appare come il loro principale punto di riferimento, fin quando un giorno, un inaspettato evento arriverà a turbare la pace della loro esistenza il padre naturale dell’amato e coccolato pargolo, che piomba nel tepore delle mura della casa a recriminare la paternità di suo figlio. Carlo Buccirosso ha detto: “Sembra una normale vicenda legata alle difficoltà che l’adozione di un figlio a volte può arrecare, ma il disordine legislativo, la mancanza di una quotidiana tutela del cittadino, unite alla presunzione di convenienza che ormai regna nel nostro “bel paese”, e cioè che tutti siamo colpevoli di tutto, salvo prova contraria, porteranno gli eventi sul precipizio di una normale tragedia quotidiana, cui la nostra spietata battaglia esistenziale ci ha ormai tristemente abituati”. La comicità è un arte e tutto questo lo sa molto bene Carlo Buccirosso che, nonostante la sua bravura e la sua capacità naturale di far ridere, per questo spettacolo, sembra che qualcosa non sia andato proprio come ci si aspettava. Tranne che per l’apparato scenografico molto ben costruito, notiamo una discrepanza all’ interno del testo stesso che porta ad una difficoltà nel seguire il tutto facilmente. Un vero peccato perché avrebbe potuto essere un vero e proprio gioiellino.
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