Un artista ricercato, così come ugualmente ricercata è la sua musica, il genere a cui ha dedicato vent’anni di carriera e che oggi festeggia all’insegna di entusiasmante crescita. Lui è Fabio Zuffanti, un musicista dedito al rock-progressive,una categoria musicale di ampio respiro e grande particolarità che non semplicemente riesce ad entrare nella vita delle persone. Un cantautore, Fabio, che vanta un passato fatto di incontri con i “mostri sacri” della musica…da Pino Daniele a Francesco de Gregori e che oggi sta per festeggiare appunto i suoi 20 anni di vita in musica…un momento di elevata gratificazione che sarà scandito da un concerto evento che si terrà il 28 marzo presso La Claque di Genova.
Un’occasione imperdibile, durante cui Fabio Zuffanti salirà sul palco accompagnato da alcuni dei numerosi amici/artisti che lo hanno caldamente spalleggiato nel corso del tempo, divenendo audaci collaboratori dei suoi pezzi. Una carriera internazionale che ha visto Fabio spostarsi in modo costante tra luoghi come il Messico, gli Stati Uniti e la Francia.
Un vero e proprio viaggio quello del cantante genovese che dal 1994 ha esportato il sound rock-progressive italiano in tutto il mondo. L’evento del 28 marzo, sarà particolarmente dedicato al suo paese, così come a chi lo segue…a chi ha passione per questa qualità musicale. Durante il concerto sarà possibile omaggiare il pubblico, seppure in forma ristretta (solo 100), delle copie autografate di Ruggine 1992-2011, il disco contenente i suoi capisaldi, alcuni in forma rinnovata e decisamente rara. Abbiamo dunque voluto conoscere in modo più diretto l’estro di Fabio Zuffanti e la sua energia.
Fabio, 20 anni di carriera, come ci si sente a toccare questo traguardo?
«Una bella sensazione, che però arriva dopo un percorso molto impegnativo. Vent’anni di duro lavoro per arrivare ad avere un piccolo posto al sole nel panorama della musica. Il genere da me è esplorato, il rock-progressive, incontra non raramente delle difficoltà di diffusione, dunque se sono qui, qualcosa di buono è certamente accaduto!»
Tra i significati dell’evento del 28 a La Claque di Genova, tu indichi proprio il dato che il rock-progressive è riuscito a mantenersi vivo nel tempo, a non perdere quota. Ma ci sono altri significati emotivi che ti legano allo svolgimento del concerto alle porte?
«Certo che si! Primo tra tutti l’opportunità di ritrovarmi fianco a fianco con molto amici musicisti con i quali ho messo su belle cose, interessanti collaborazioni. Poi, sono felice di poter dimostrare alla mia città che il rock-progressive continua ad esserci e ad espandersi.»
Ripercorrendo i tuoi esordi, qual è il ricordo che conservi con maggiore legame?
«Come ampiamente sottolineato, questo genere musicale non ha avuto, per certi versi, grande attenzione, per contro però si possono riconoscere appassionati sparsi in tutto il mondo e la mia prima soddisfazione la ricordo a due anni degli esordi, quando sbarcai in Francia…da quel momento ho proseguito dinamicamente, esibendomi in Messico, negli Stati Uniti, accrescendo le soddisfazioni che le esperienze all’estero mi hanno sicuramente dato.»
C’è un “unicum” ispiratore che possiamo incontrare nella tua discografia?
«L’ispirazione di partenza è l’apertura, che accomuna un po’ tutti i miei pezzi e che ritengo sia la mia filosofia di vita, riconoscibile indubbiamente nella musica che faccio…dove si è continuamente aperti all’assenza di vincoli.»
Come è nata l’idea di intrecciare al concerto evento l’opportunità di ricevere la copia autografata di Ruggine 1992-2011!?
«È la bella idea che ha messo su la mia etichetta discografica, la Mirror Records. L’obiettivo è quello di lasciare un “souvenir” di pezzi rari, seppure in versione limitata.»