“Looking for truth” di Margherita Pirri è un album da ascoltare con lentezza, centellinando le tracce, isolandole e riunendole in maniera casuale e non.
Quest’ultimo lavoro della cantante milanese va gustato in una notte d’estate: che ci siano o meno le stelle non importa. Ognuna delle 15 tracce porta in sé spazi incontaminati riempiti di solitudine e malinconia. Rilevante la ricerca interiore così come lo sono le emozioni perdute. Margherita Pirri cerca di arrivare al cuore di ognuno di noi utilizzando anche lingue stranamente facili da capire.
Non parlo solo del francese, inglese e italiano ma del minimalismo delle chitarre e del sintetizzatore. Le sue melodie ci confondono per riportarci poi alla fine nel posto in cui ci eravamo persi. Ciò che più ho amato di questo lavoro è la consapevolezza che la Pirri è l’esempio concreto della vocalità italiana che esiste e viene a trovarci quando smettiamo di cercarla. Gioiello indiscusso dell’album resta “Briciola di polvere”, che non a caso è un brano arrivato in finale al Premio Bianca D’Aponte.
Margherita chiama l’ascoltatore sottovoce: infiniti spazi e silenzi in queste verità ricercate. Le note della cantautrice dimostrano un talento innegabile che viaggia indisturbato tra i sussurri. Voce intensa e preziosa che sembra viaggiare dentro l’ascoltatore da tempo immemore nonostante sia solo al primo ascolto. L’ultima traccia dell’album è quindi solo quella che precede la prima. “Looking for truth” può essere quindi classificato indubbiamo tra i dischi di cui avevamo bisogno.
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