Uscito nel 2019 e presentato in concorso al Festival di Venezia, “Il sindaco del Rione Sanità” di Mario Martone è il remake cinematografico dell’opera di Eduardo De Filippo disponibile ora su RaiPlay. Antonio Barracano, soprannominato “il sindaco”, è l’ultima speranza della povera gente del quartiere che gestisce. È la via di fuga per chi non ha santi in paradiso e non può o non vuole passare attraverso canali legali. Quando la propria esistenza è un continuo sopravvivere, ci si ritrova a fare delle scelte impensabili, arrivando a credere fermamente nell’esistenza di uno “Stato parallelo”.
Nel film la famiglia non è il nucleo-emblema su cui si focalizza l’attenzione; il centro dell’opera è invece un quartiere-mondo a cui il protagonista, un visionario e rivoluzionario, ritiene di poter assicurare l’ordine applicando la sua personalissima idea di diritto. Barracano asserisce che «l’astuzia si mangia l’ignoranza» perché la legge, quella scritta che si applica nei tribunali, non è uguale per tutti. In questa riflessione trova spazio anche il rapporto tra due città, quella proletaria, dominata dalla delinquenza, e quella legalitaria della borghesia (il panettiere che apre il negozio in centro, migrando dall’una all’altra, ne costituisce il ponte).
Martone ringiovanisce i protagonisti e taglia il testo (ne fanno le spese le parti più letterarie, come il lungo monologo finale del medico), ma preserva la struttura tipica dei tre atti, e lo mette a confronto col nuovo contesto, aderendovi e contrastandolo. Inoltre, sottraendo l’opera al suo tempo, il regista la consegna a personaggi la cui estrazione sociale si va a rispecchiare nella formazione del cast formato da attori professionisti e non, allievi e giovani presi dalla strada. Portando la storia ai giorni nostri e abbassando di molto l’età del protagonista Antonio Barracano, interpretato da un bravissimo Francesco Di Leva, Martone non tradisce il testo originale, ma ne mette in luce i temi universali, estremamente attuali anche oggi.