Dopo 42 anni torna in scena, presso Sala Umberto a Roma – dal 15 al 27 settembre – “Un coperto in più”, un grande testo scritto da Maurizio Costanzo nel 1972, che vide la riunione dei fratelli Giuffrè sul palcoscenico.
«Ringrazio perciò Valerio Santoro e Gianfelice Imparato e quanti hanno collaborato e collaboreranno a questa ripresa» – racconta Maurizio Costano e continua – Negli anni ’70, la commedia rappresentata al Teatro Quirino di Roma, fu interpretata da Aldo e Carlo Giuffrè, con la regia di quest’ultimo. Fu un successo per me indimenticabile ed ecco perché sono felice di tornare a Todi, città alla quale mi lega una lunga esperienza, sempre legata al teatro, proprio con questa commedia.
In “Un coperto in più”, si parla di una donna che è andata via, ma della quale il suo uomo non riesce a fare a meno, al punto da immaginare che mangi con lui a tavola. Lei, infatti, ha il posto con piatti, bicchieri e posate. E’ un po’ il problema degli uomini sempre: il desiderio di una donna che forse non c’è e immaginare che comunque questo incontro possa accadere, dando corpo alla fantasia. Per anni sono state le donne a immaginare l’uomo che non c’era. Io ho ritenuto di fare il contrario, con assoluta convinzione.»
Lo spettacolo, che ha debuttato con grande successo lo scorso 29 agosto al Todi Festival, è diretto da Gianfelice Imparato, con un cast composto da: Vito, Maurizio Micheli, Alessia Fabiani e Loredana Santoro.
La trama. Un ricco gioielliere vive con sua moglie una vita coniugale apparentemente tranquilla e felice. La moglie è una donna bella e sensibile, piena di charme, insomma una donna eccezionale, tanto eccezionale che non esiste più, o forse è scomparsa tempo prima o forse non è mai esistita.
Un giorno arriva un piccolo imbroglione cha campa alla giornata tentando di rifilare gioielli falsi ed è proprio nel tentativo di vendere un anello che si ritrova ad entrare in questa incredibile famiglia dove la padrona di casa non esiste ma si inizia un vero e proprio rapporto a tre assolutamente reale con tanto di dialoghi, domande e risposte fatte ad una sedia vuota. E’ un Godot al femminile, uno “chercez la femme” senza soluzione, una struttura pinteriana, ma anche una sinfonia di Rhomer. Quello che si sa con certezza è che questa assurda vicenda consentirà ai due protagonisti di arrivare attraverso un rapporto sbilenco, fatto di finzione e piccole fregature, ad una vera e profonda amicizia.
“Un coperto in più” è una commedia scritta in italiano ma la costruzione del dialogo ed il suono delle frasi, almeno per i due personaggi maschili si presta ad essere interpretata in altri dialetti.
Il senso culturale della parlata dialettale, anche in chiave di un recupero delle radici e dell’identità di ciascun personaggio, rafforza quella disciplina in cui tanti sono ancora costretti ad esercitarsi: “l’arte di sapersi arrangiare”
Un commedia sempre attuale che saprà evocare nello spettatore tanta emozione e divertimento e porterà anche a piacevoli riflessioni.