Un canto di Natale - processo al consumismo
Un canto di Natale – processo al consumismo al Teatro Sannazaro di Napoli nato dal Progetto Nichel, prodotto da Casa del contemporaneo e Teatro Sannazaro, è una indagine sulla società attuale
con la regia di Pino Carbone che ha riscritto il testo di Dickens con Anna Carla Broegg.
Sono 2 spettacoli identici che vanno in scena in contemporanea alla stessa ora con un cast maschile al Sannazaro e con quello tutto al femminile alla Sala Assoli di Napoli.
Il cast al femminile è composto da Anna Carla Broegg, Francesca De Nicolais, Rita Russo. Il cast al maschile da Alfonso D’Auria, Riccardo Marotta, Fabio Rossi. Musiche di Antonio Maiuri, produzione musicale di Marco Messina.
“Il lavoro nasce da una lunga collaborazione e ricerca con il collettivo artistico Progetto Nichel-ha dichiarato il regista Pino Carbone- nato per essere un campo di sperimentazione artistica e sociale.
La struttura del Canto di Natale di Dickens ci consentiva di portare avanti il discorso che stavamo affrontando di analisi e ricerca sul consumismo.
I tre fantasmi del Canto di Natale rappresentano tre materie del Natale passato-presente- futuro che sono l’ambiente il contesto in cui viviamo, la società lavorativa e l’individuo. Lo spettacolo è sia live sia un film a 360 ° .
Come Dickens mette sotto processo Scrooge noi mettiamo sotto processo il consumismo e i tre momenti sono diventati le tre fasi processuali che sono la fase preliminare, la fase dibattimentale e la sentenza.
Le generazioni dei giovani sono i veri protagonisti del lavoro, infatti lo spettatore che ci siamo immaginati va dai 15 ai 25 anni“.
Quanto di quello che hai è ciò di cui hai veramente bisogno? Ce la siamo mai posta questa domanda?
Come diceva il sociologo Bauman :
“ Consumiamo ogni giorno senza pensare, senza accorgerci che il consumo sta consumando noi e la sostanza del nostro desiderio. E’ una guerra silenziosa e la stiamo perdendo!”-.
Un canto di Natale – processo al consumismo è innovativo per la struttura scenica esprime appieno l’assurdità della modernità, l’insensatezza del vivere attuale in funzione dell’accumulo di cose e oggetti che diventano immediatamente obsoleti e quindi da sostituire.
Il testo fa luce sulla condizione esistenziale degli esseri umani che in un certo qual modo sono sottratti alla vita vera limitandosi a subire i pesanti condizionamenti che arrivano dall’alto(vedi pubblicità martellante).
Canto di Natale è un’esperienza unica per il pubblico che grazie alla bravura dei tre attori in scena ,si troverà partecipe di una riflessione collettiva sul nostro tempo.
Ci aspetta un futuro dove in laboratori asettici daranno vita a piante esteticamente perfette ma prive di anima?
Il testo ci fa riflettere su temi scottanti di grande attualità quali l’aumento esponenziale dell’ inquinamento ambientale, riscaldamento globale, l’eccessivo materialismo, l’ipocrisia dilagante, il falso concetto di felicità oggi più che mai mitizzato.
La distruzione della famiglia tradizionale e dei valori ad essa correlati sta portando allo sgretolamento del tessuto sociale che ha tenuto bene per secoli. I valori sono diventati vuoti simulacri sostituiti da megalomania individuale, egoismo e rifiuto della morale.
Abbiamo un futuro? Come siamo arrivati a tutto questo? Di chi è la colpa? Queste e altre domande attanagliano l’uomo di oggi, molte delle quali sono senza risposta. Se ognuno di noi fa la sua parte nel rispetto delle esigenze altrui, nel mondo ci sarebbero meno disastri e ingiustizie.
La brama di denaro e l’aridità spirituale portano inevitabilmente all’infelicità e ad una vita miserabile .
Si può vivere bene rinunciando al superfluo e questa è una liberazione non una limitazione.
Valorizziamo la convivialità, l’altruismo a discapito della competizione, il piacere di godere del proprio tempo libero rispetto alla frenesia del lavoro e del fare sempre di più.
Importante è riacquistare un legame con il sapere del passato ,andando oltre l’equazione moderna che fa coincidere il nuovo con il meglio, il vecchio con il sorpassato, incentivando al contempo tutto il meglio che la modernità ci propone.
L’ultima parte di Un canto di Natale – processo al consumismo ci costringe a riflettere sul vuoto e il nulla che ci riserva il futuro se continuiamo su questa strada incuranti dell’attuale stile di vita odioso e respingente.
La nostra salvezza è nelle nostre mani.