Sangue del mio sangue è un film stupendo di Marco Bellocchio con Roberto Herlitzka, Pier Giorgio Bellocchio, Filippo Timi, Lidiya Liberman, Alba Rohrwacher, Federica Fracassi. E’ stato presentato in concorso alla 72a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia senza, ahimè, vincere nessun premio.
Il film è ambientato a Bobbio in un mix temporale che va dall’Inquisizione e, poi, direttamente ai giorni nostri.
Quasi ininfluente la trama non tanto per la comprensione del film in sé che è preciso, semplice, snello, comprensibile ed elegante quanto per il fatto che ci mostra una realtà universale di un declino ineluttabile che fa passare in secondo piano tutto. E’ come un quadro, lo guardi e più lo ammiri e più non puoi smettere di guardarlo. Lo fissi a prescindere dal colore, da quello che viene rappresentato, rimani impalato ad ascoltarlo perché sai che ti porterà da qualche parte.
E qui c’è tanto da dire. Uomini piccoli che si creano regole, sovrastrutture più grandi di loro. Una umanità che dimentica, che ignora, che distrugge se stessa in un crescendo che va avanti da secoli. Pochi sprazzi di lucidità che stratificano una speranza che vaga, ci sostiene, è lì tra le pigne del nostro animo.
La pellicola è anche un ritratto di signora dell’Italia tanto provinciale da rispecchiarsi pienamente in una piccola provincia come Bobbio dove tutto si regge sul favoritismo, sull’omertà, sul clientelismo. Ma il tempo scorre, lentamente e inesorabilmente; piccoli, piccolissimi cambiamenti però intanto i miei desideri si accantonano, io muio e con me un’intera generazione.
Bravissimo Bellochhio, bellissima la colonna sonora di Carlo Crivelli. I love you.
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