“50. Musica senza padrone – 1965/2015” è il titolo del triplo cd che celebra i 50 anni di carriera di Tullio De Piscopo, dagli anni 60 fino ai giorni nostri. 56 tracce che racchiudono singolarmente un pezzo dalla vita, umana e artistica di De Piscopo, in cui il groove della sua batteria ha fatto la differenza nella storia della musica italiana ed internazionale. Il cofanetto raccoglie la “summa” della produzione di Tullio De Piscopo: dalle prestigiose collaborazioni con Mina, Franco Battiato, Fabrizio De André, Richie Havens, all’inedito brano “Destino e speranza” con il featuring di James Senese, che l’artista ha voluto dedicare al fratello in blues – come lui ama definirlo – Pino Daniele.
Da fine novembre è in tour in giro per l’Italia con “Tullio De Piscopo & Friends – Ritmo e Passione”, che lo vedrà impegnato per tutto il 2016. Per le date Clicca Qui. Tullio De Piscopo si è concesso a MyDreams per una piacevole ed interessante intervista.
Lo scorso 13 novembre hai pubblicato “50. Musica senza padrone – 1965/2015”, un triplo cd per raccontare in musica i tuoi 50 anni di carriera…
«Questo lavoro discografico racchiude tantissimi ricordi ed è un raccolta che ho voluto dedicare anche ai giovani che non hanno vissuto la musica degli anni ’60, ’70 e quella degli anni ’80, periodo in cui la musica si produceva in maniera analogica. In studio di registrazione si suonava con l’orchestra dal vivo, non c’erano computer, non c’era il metronomo elettronico, ma c’era il suono, la magia. Il suono stupendo non era dato da strumenti di grandi marche, ma dalle nostre mani. Ed è per questo che mi piace l’idea di farlo arrivare ai giovani.»
Questo triplo cd raccoglie la summa della tua produzione artistica, lo avevi immaginato da tempo?
«Ho lavorato due anni e mezzo con molta calma, poiché il mio obiettivo più grande era di ottenere un buon risultato. La difficoltà più grande l’ho riscontrata nella scelta dei brani da inserire. Con tutti il materiale a mia disposizione avrei potuto fare dodici cd, però alla fine ho voluto scegliere quei brani dove è stato importante il mio groove, la mia batteria, come “Il nostro caro angelo” che canta Mina, “L’era del cinghiale bianco” con Franco Battiato, “Volta la carta” brano tratto dal famoso disco “Rimini” di Fabrizio De André, “Libertango” col grande Astor Piazzolla, “Gay cavalier” con Richie Havens e Pino Daniele. Ogni singolo brano è un pezzo della mia storia musicale.»
“Destino e speranza” feat James Senese, è uno dei tre singoli inediti contenuti nel nuovo lavoro discografico, che dedichi a Pino Daniele…
«È una dedica intima che dedico commosso al fratello in blues Pino Daniele. L’anno scorso, proprio in questo periodo, gli raccontai che stavo preparando questa trilogia che racchiudeva un po’ la mia storia e che sarebbe stato il mio ultimo lavoro. Lui rispose: “Ma che stai dicendo?!? Ma quale ultimo lavoro! Ne devi fare ancora di cose. Ho capito faccio la presentazione e ti scrivo una bella poesia”. Quindi ho voluto fare questa dedica a lui. Il destino e la speranza di quell’ultimo viaggio fatto il 4 gennaio sera.»
Tu hai raccontato tanti aneddoti di Pino, tanti momenti vissuti con lui. Un ricordo particolare che porti sempre con te?
«Tutte le mattine quando mi preparo – a parte tutte le sere che prego e mi rivolgo a lui – quando metto la crema sulla mia ferita, sperando che vada via, ma non se ne va, penso a lui quando mi venne a trovare in ospedale, in un periodo in cui stavo lottando per la mia vita. È stato un momento indimenticabile la sua visita. Spero che quella ferita mettendo una crema speciale vada via, ma servirà a poco perché per me è una ferita che mi ha fatto lottare, mi ha fatto vincere con la musica di Pino. Poco dopo uscito dall’ospedale mi aspettava il primo dei sei concerti al Palapartenope di “Tutta N’ata Storia Live in Napoli”, quindi appena tornato a casa e mi sono messo a studiare come un ragazzino, questo perché avevo dato la mia parola a Pino che ce l’avrei fatta e alla fine è stato così.»
Sei riuscito negli anni a rendere la tua batteria protagonista non solo della scena, ma anche della tua vita. Da anni sei impegnato nell’insegnamento della batteria presso la Nuova Accademia di Musica Moderna a Milano. Che docente sei o come ti definiscono i tuoi alunni?
«Per i miei alunni sono un amico, vado con loro a prendere il caffè, però so anche essere severo, quando non studiano oppure mi prendono in giro dicendo che hanno studiato e invece non è così. Bisogna anche essere severi nel momento giusto, però, è importante che io sia in grado di trasmettere loro tutta la mia esperienza.»
In loro noti la stessa passione che avevi tu 50 anni fa?
«La passione in loro c’è, ma non gli occhi di tigre, gli occhi pieni di sangue, di speranza. Io da bambino, da ragazzino, di notte nel letto insieme a mio fratello, fantasticavo su quello che avrei potuto fare. Non mi mancava la tenacia, in me c’era la forza di fare qualcosa di buono. Credo che io sia stato un esempio anche per tutti quei ragazzi dei quartieri di Napoli, poiché ho dato loro dimostrazione che nella vita ce la si può fare.»
Siamo alla fine del 2015 cosa sia aspetta Tullio De Piscopo dal nuovo anno?
«Mi aspetto che cambino un po’ di cose, soprattutto che non ci siano più guerre, violenze e che ci sia più amore e sensibilità verso i più deboli.»