Francesco Tricarico torna con un disco, Da Chi Non Te Lo Aspetti, che è un inno alla fantasia, al sogno, alla canzone concepita con più piani di lettura. “Non c’è bisogno di andare a fondo per forza – ci dice ricevendoci nella galleria d’arte che ospita i suoi quadri – ma si può decidere dove fermarsi. Il titolo deriva dal ciclo di quadri che ho fatto, ma non sono influenzati tra loro questi due progetti”.
Hai fatto teatro l’anno scorso con lo spettacolo Solo Per Pistola. Cosa ti è rimasto di quell’esperienza nel disco?
«Con Ale e Franz nel brano Brillerà c’è una parte recitata, sognare crea dipendenza si dice ed è un’idea di Ale. A volte smetti di sognare, a volte si realizzano i sogni. Il momento non è facile ma attraverso il sogno ci può essere una via di fuga. Cos’è la realtà? È un sogno collettivo, non ho certezze, cerco di capire».
Cosa ti ispira dopo 15 anni che fai questo mestiere?
«Da chi non te lo aspetti sono io perché mi chiedo per quale motivo il sogno a volte si realizza e a volte no. Cerco di mettere a fuoco una cosa che non è a fuoco. A volte le cose ti capitano proprio quando smetti di aspettarle, questo è il senso del titolo. Però io voglio dire anche che l’aria viene cambiata da quello che dici. Non sappiamo ancora di che materia è il pensiero e questa energia se ci pensi, può cambiare la realtà».
Il primo singolo è un duetto con Arisa, Una Cantante di Musica Leggera. L’hai chiamata tu?
«Sì perché con la sua voce mi sembrava perfetta per questo pezzo. Con Arisa c’è affinità, anche lei ha una leggerezza profonda, è una donna intelligente, si è creato un legame che è interpretato nella canzone. Lei è una che ti fa vedere cose chiare attraverso la sua voce, è una grande interprete, c’è un’affinità artistica. Credo sia stato un bell’incontro con la possibilità di fare altre cose che possono accadere. Non è finita, porterà cose nuove, potremmo scrivere cose assieme, so che andrà avanti, è una donna che cerca delle cose e mi fa piacere sia nata intesa».
Sembrati vicini ma anche molto lontani visto che lei è nella bufera mediatica con X Factor…
«Mi ha lasciato curiosità ed entusiasmo. Non ho porvato a immedesimarmi in lei, ho pensato alla sua grande esposizione mediatica, certo. È capace di gestire pressioni, penso che lei stessa le cerchi e sia brava a recitare, le riesce più semplice che non a me, riesce a schermarsi, ha una dote… altrimenti non potrebbe fare quello che fa con così apparente naturalezza. Stimo questa sua qualità. Come Mina ha una grande sensibilità, solo che Mina si è rifugiata dopo aver giocato con l’immagine, con la tv, come Arisa. Per questo la cito nella canzone. Magari poi anche Arisa un giorno si stuferà e fuggirà in Australia».
Cosa vorresti che si apprezzasse di questo nuovo disco?
«Nel disco ci sono più momenti sonori ed è un lavoro bello di Iacopo Pinna e Lorenzo Vizzini. Io invece ascolto Lou Reed e Bach, Mozart e Lucio Dalla. Dove c’è qualcuno che mi sorprende io ci sono. Non è tanto la forma ma è forse la sorpresa, il fatto di metterci amore che mi colpisce. Nella mia scrittura c’è eterogeneità un po’ schizzoide per attirare l’attenzione, un qualcosa che ti tiene sempre attento. Più piani di lettura dovrebbero stimolarti all’attenzione. Questo è quello che penso e ovviamente mi fa piacere se riesco a condividerlo con un ampio pubblico».