Sono 440 i film hard che Franco Trentalance, orgoglio bolognese del cinema porno internazionale, ha interpretato. Il primo tentativo memorabile per il grosso pubblico, di venir fuori dalla nicchia è stata una partecipazione a un reality di qualche anno fa (La Talpa). Poi le lezioni tra il serio e lo scherzoso a Lucignolo. Insomma, sempre di quello si trattava. Trentalance ha una fisicità troppo globalmente ricnosciuta per fare altro. E invece non è sempre detta l’ultima. Tre Giorni di Buio, il thriller corposo che Ultra Novel pubblica in questi giorni, scritto col giornalista di cronaca nera Gianluca Versace, è spiazzante. Da un lato perché il porno divo torna nell’ambiente da cui nasce come personaggio, e lo fa senza ritrosie o incoerenze. Dall’altro perché la lettura è
fluida, a tratti coinvolgente, e sempre in odore di “sinistro”. Il che significa che la narrazione funziona.
Cosa ti interessa indagare con un libro del genere?
«Sono sempre stato appassionato dai lati oscuri dell’essere umano. E ho ascoltato un sacco di storie di cronaca nera, ho parlato con psicologi criminali, con le forze dell’ordine che lavorano quotidianamente con questo tipo di problemi. È un’indagine.»
Perché hai deciso di partire anche nel testo dall’ambiente del cinema hard?
«È quello che ho fatto per anni e non rinnego niente. È la cosa che conosco meglio. Il porno è come un grande paesone a livello europeo. Ci si conosce tutti ed è un bell’ambiente, non si deve pensare a cose lugubri e poco chiare. È divertente e io l’ho voluto macchiare con una storia noir.»
Il protagonista del romanzo, Luca Graf, inizia a raccontare subito le cose in maniera cruda. Ma poi si lascia andare a considerazioni e insoddisfazioni circa la sua professione. Sei tu?
«Non sono io al 100% ma ho voluto esasperare alcune cose che ho vissuto in prima persona. Spesso mi sono sentito dire beato te che fai il lavoro più bello del mondo. Sì, ma è a comando. E poi lo sappiamo che è tutto un fatto mentale, il sesso.»
Anche di questo risvolto introspettivo volevo parlarti. Il libro descrive anche in maniera cruda, a volte disturbante, alcuni personaggi. Hai trattato meglio le donne o gli uomini quando scrivevi?
«Secondo me è volontariamente provocatorio e se c’era bisogno di alcune verità crude, non mi sono tirato indietro. Ma credo che le donne vengano fuori meglio che gli uomini. Anche se in tutti c’è un lato oscuro.»
Ti preoccupi mai di deludere un pubblico o disturbare i benpensanti?
«All’estero non cambia la percezione che hanno di me se pubblico un paio di libri in Italia. E chi mi conosce per i film non storce il naso se vado in giro a promuovere un libro. In Italia ho fatto comunque molto, sono stato in tv, ho collaborato come coach ad alcuni film. Ho allenato Filippo Timi, ho fatto spalla ai comici e qualche incursione teatrale. Credo di essere riuscito a fare cose con coerenza e onestà.»
Sei un avido lettore?
«Diciamo un buon lettore, scavo e scelgo quello che mi interessa. Attualmente mi prendono molto i libri di formazione, quelli dei coach. E poi la figura di Cristo, è da un po’ che la studio, sia dal punto di vista storico che religioso.»
Sembri il vicino di casa se dici così…
«È quello che mi diceva sempre Maurizio Costanzo quando iniziò a conoscermi.»
Il tuo pubblico che pensa di te?
«Credo che i maschi mi guardino con ammirazione, come un dilettante di provincia guarda Francesco Totti. Non c’è competizione ma partecipazione. Le donne non è detto che siano tutte affascinate, ne sono consapevole.»
Ti ha insegnato qualcosa lo scrivere di debolezze e di oscurità?
«Ho fatto una specie di tour delle debolezze umane, hai ragione. Volevo osservare e riportare in maniera consapevole il potenziale negativo delle persone. Con gli esperti del settore mi sono accorto che molti serial killer hanno delle turbe sessuali che derivano dal loro passato. Quindi anche qui, torniamo a quell’argomento.»
È stata una rivelazione importante per te?
«Sai cosa penso? Che fin quando fila liscio tutto, non ci si pensa. Ma quando arrivano i problemi nella sfera intima, bisogna affidarsi a dei trainer, a dei consigli esterni. Quante persone sono costrette alla repressione, all’insoddisfazione…sono situazioni esplosive. Per questo con Italo Pentimalli, che è un mental coach, sto provando a organizzare degli appuntamenti aperti al pubblico dove faremo sexual coaching e lavoro su se stessi. Si chiama potere del cervello quantico.»