Chiusura ironica per la rassegna Teatro alla deriva – il teatro sulla zattera alle Terme Stufe Di Nerone, nato da un’idea di Ernesto Colutta, direzione artistica Giovanni Meola. Tre magnifici scapoli di Claudio Buono, con la regia di Giovanni Merano, premiato all’edizione 2013 della Corte della formica nelle categorie ‘miglior corto’, ‘miglior regia’ e ‘miglior testo’ e scelto dal Forum delle Culture per una serata- evento al Teatro Cilea lo scorso novembre torna in scena per una data unica, domenica 19 luglio, nella speciale location delle Terme Stufe di Nerone.
Le sorelle Weddingspree devono trovare marito prima che sia troppo tardi. L’incontro amoroso si svolge nella loro villa nel cuore dell’Essex, a inizio/fine secolo. I tre pretendenti si presentano bene, ma uno di loro nasconde un terribile segreto. Quanto a lungo può vivere un essere bidimensionale in un mondo a tre dimensioni? Qual è l’obiettivo della signora Langley? Chi è il vero autore di “L’importanza di chiamarsi Ernesto”? I protagonisti forniranno le risposte, se la morte non li porterà via prima.
“Tre magnifici scapoli” per tre sorelle, no, non è un rifacimento di “Sette spose per sette fratelli” ma la parodia di un amore ormai perso. Non si intenda però la parodia come soluzione di comodo, imbarazzante finzione, ai confini col fascismo, di ciò che è troppo ampio per essere raccontato e rappresentato. Piuttosto, parodia è rendere farsescamente e assurdamente reale, magari rovesciandolo, o raggiungendo il suo estremo, qualcosa, che sia un genere letterario, un noto personaggio, uno stile di vita, un sentimento, ecco, l’Amore. Un amore che nella realtà dei secoli è sempre stato lontano da ogni sentimentalismo, romanticismo, gratuità. Fatte salve rarissime e sante eccezioni. Ma se l’amore poi fosse davvero questo? Convenienza, nascondigli e segreti, obbligazioni, soldi, morte? Mentre ciò che crediamo e che sempre l’uomo, lettore di romanzi e spettatore di melodrammi, ha pensato sia soltanto un’ idea culturale di un sentimento perso perché mai esistito? La verità, dunque e vi prego, sull’amore.