Torna al Palapartenope, festeggiando i 30 anni di carriera, il gota della musica rock/demenziale napoletana, il Maestro Tony Tammaro, con il suo spettacolo ‘La notte dei Tamarri’.
Nel famoso complesso partenopeo c’è quasi sold-out per una serata ricca di musica, comicità e tanto sano divertimento.
Trattandosi di spettacolo tamarro, lo stesso Tony ha voluto suddividere il Palapartenope in quattro settori ad hoc, dichiarando: «Sono una persona molto democratica e mi dispiace vedere che le persone che pagano di più possono sedersi avanti e le altre indietro. Quindi chi avrà la poltronissima ho dato il settore CT che sta per chiattillo, invece per quelli che staranno nel settore popolare ho scelto MEF o meglio muort ‘e famm, un termine che spesso alcune persone che mi seguono sul web, mi scrivono chiedendomi: Tony vuoi fare un concerto gratis? Ca simm muort ’e famm. Che poi non c’è nessuno che si muore di fame, ma è un intercalare ed è da qui che è partita l’idea».
Suddivisione settori: CT (chiattilli), TA (tamarri arricchiti), CF (cafoni), MEF (muort ‘e famm).
Inoltre, ricorda anche gli inizi della sua carriera e la sua evoluzione: «Quando ho iniziato a cantare, pensavo che fosse durato un paio di anni, per poi tornare a fare l’impiegato. E invece è andata in maniera diversa. Cerco anche io di darmi una spiegazione, oltretutto sono una persona trasversale, mi ascolta il padre, il figlio, il nipote. Con la mia musica riesco a toccare diverse generazioni, ma anche diverse fasce sociali. Le mie canzoni sono ascoltate da persone di Posillipo, come quelle dei quartieri popolari. Io credo innanzitutto che ci sia un effetto nostalgia, nel senso che molte persone che vengono ai miei concerti, mi dicono che attraverso le mie canzoni riescono a ricordare i momenti belli della loro gioventù. Le mie canzoni sono state la colonna sonora delle gite nei pullman oppure dei falò sulla spiaggia, insomma ricordano momenti belli. Poi c’è anche una forma di aggregazione, perché io ho descritto i modi tipici di vivere del sud, dalla frittata di maccheroni alla parmigiana di melanzane, cose tipiche nostre che hanno fatto sì che la gente mi seguisse per trovare una propria identità. Ho cercato con le mie canzoni di sdoganare alcuni modi di dire che fanno parte della nostra cultura, del nostro patrimonio. E poi canta oggi, canta domani, e così che una mattina mi sono svegliato ed erano appunto passati 30 anni. La mia è stata una carriera anomala. Normalmente i cantanti passano per la tv, per le case discografiche, mentre io forse sono stato il primo indie d’Italia, oggi si porta molto questa parola per descrivere un artista indipendente. Il mio primo disco me lo sono inciso a mie spese ed ho continuato a fare questo per tutti gli altri lavori. I miei otto album sono tutti autoprodotti. Gli altri miei colleghi, appena hanno un minimo di popolarità, immediatamente cambiano città e si trasferiscono a Roma o Milano. Io ho deciso di restare in Campania. La vivo come una missione. Cerco di curare le anime con il buon umore. Non è una cosa che faccio solo quando sto su un palco. Ho questa natura biricchina, quindi amo fare battute e far sorridere le persone per strada, gli amici, tutti quelli che mi circondano perché non amo i musi lunghi».
Ritornando allo show, quest’ultimo è stato aperto dal gruppo punk ‘Gli atleti’ che cantano le più grandi hit del Maestro in versione rock/punk: ‘Volo di un cazettino’, ‘Supersantos’ e ‘Il mozzarellista’.
Finalmente poi arriva sul palco il protagonista, accompagnato da una band di sette elementi, che infiamma i quasi tremila fan presenti!
La scaletta inziale presenta alcuni dei suoi successi come Sharm-el-Sheik, Patrizia, Teorema
Michè (feat. un Michele preso a caso tra il pubblico come solito nei suoi concerti) e ancora prosegue con Restituiscimi il mio cuore (feat. la corista Rosanna Bruno), ‘A Smart, L’animale, Supersantos,
Aerobic Tamar Dance (feat. il corpo di ballo tamarro improvvisato e preso dal pubblico) e Ballerino.
Dopo un inizio scoppiettante, parte un medley in acustico dei seguenti brani: Puzzulan Rap, Al Cafone, Si piglio ‘o posto, Come, Tango dei tamarri, Torregaveta, Alla fiera della casa, Fidanzati in casa, Il mozzarellista, Mio fratello fuma a scrocco, Dint’ ‘a villa.
Poi sale sul palco Ancela, che ha collaborato con Tony Tammaro agli esordi con Tamarradio su Canale 9, che presenta un tenore e un soprano che cantano insieme al Maestro: ‘A birra.
Lo show continua sulle note di E v’’a facite appere, Joao Antonio Paulo Samento, Volo di un cazettino, Anni 60, 127 Blu, Casa Cascella e ‘O Trerrote.
Verso la fine dello show, sale sul palco il gruppo La Maschera, composto da Roberto Colella e co. che interpretano insieme al Maestro un rock’n’roll che fa scatenare e ballare l’intero teatro: Il rock dei tamarri. Infine, sulle note di Scalea, ove il pubblico va in visibilio, termina lo show!