Lo abbiamo visto ricalcare con entusiasmo le scene con I leggendari Spandau Ballet da qualche anno, ma Tony Hadley ha ancora la sete di affermazione solista. Quest’anno, complice un buon rapporto con l’etichetta italiana che lo rappresenta (Universal Music) esce con un progetto natalizio molto ben fatto e appropriato di questi tempi. Si chiama “The Christmas Album”, un album che ripropone alcuni classici e non di Natale, più due inediti. Prodotto da Claudio Guidetti e registrato totalmente in Italia con musicisti italiani, “The Christmas Album” è una raccolta particolare di brani natalizi , dove accanto ai classici (“White Christmas”, “Let It Snow”, “Have yourself a Merry Little Christmas” e “Santa Claus is coming to Town” nella versione di Bruce Springsteen), compaiono anche canzoni originali che raramente sono state interpretate da altri cantanti: “I Believe in Father Christmas” di Greg Lake (Emerson, Lake & Palmer ) con Aldo Taglia Pietra ( Le Orme ) al sitar e chitarra acustica, “Shake Up Christmas” dei Train, “Fairy Tale Of New York” dei Pogues in duetto con Nina Zilli, “Lonely This Christmas” dei Mud, “Driving Home for Christmas” di Chris Rea, “Run Run Rudolph” di Chuck Berry e “I don’t Want to spend one more Christmas without you” degli N’sync.
“Non volevo fare il solito disco come Frank Sinatra o Michael Bublè, per quanto io li abbia adorati – ci ha detto alla presentazione milanese dell’album – e quindi mi sono andato a ripescare tutti i pezzi che mi stavano a cuore. Ho anche detto a Claudio, il produttore, che li volevo in forma molto ridimensionata e a volte è stato difficile. Quando sottrai, poi ti rendi conto di quanto è difficile cantarli. Come per Ave Maria, che è davvero bella in questa versione. Dovevamo avere White Christmas, dovevamo avere una canzone degli East 17 che è stato un enorme successo in Inghilterra, non so qui da voi…ma per il resto ho fatto scelte non ovvie”.
L’album contiene anche due inediti: “Every seconds I’m away” scritto da Tony Hadley con la collaborazione di Guidetti e Annalisa Scarrone e “Snowing all over the world” scritto interamente da Hadley . “Mi sono subito piaciute queste proposte italiane – dice Hadley di Nina Zilli e Annalisa Scarrone che compaiono nel disco – e c’è una famigliarità con voi perché nella mia musica ho messo sempre un grande ingrediente che è la melodia. Forse a questo è dovuto il successo e il legame con ‘Italia”.
Tony dice che gli Spandau sono in pausa e che ormai lavorano ogni due o tre anni: “Devo fare qualcosa per affermarmi e per divertirmi e andare alla ricerca di qualcosa. Mi è sembrato un ottimo veicolo questo album. Infatti spero di riprendere l’anno prossimo a fare cose più in grande anche dal vivo con un’orchestra sul palco con me. I cantanti si entusiasmano sempre quando c’è l’orchestra dietro, è il sogno di tutti”.
Per il 2016 però il cantante farà un disco di inediti: “Mi riporterà alla contemporaneità perché è di quello che voglio vivere, di musica al passo con i tempi. È anche giusto trovare un canale comunicativo nuovo e adeguarsi a come va il mercato. Il nuovo disco dei Duran Duran ad esempio mi è piaciuto molto, mi piace il loro modo di evolversi e fare ciò che vogliono, è sempre diverso di volta in volta. Li ammiro per questo”.
Niente più rivalità? “Macché, John Taylor ha pure scritto l’introduzione nel nostro tour book. Siamo amici e siamo ancora in contatto”. Un piccolo dettaglio però lo lascia intendere, sulle sue mosse future. “Voglio tornare alla dimensione dance degli inizi degli Spandau, perché è quella la parte della nostra storia musicale che mi piace di più”. Proprio quello che hanno fatto i Duran nel loro ultimo Paper Gods. E la sfida continua.