La bellissima e bravissima Tiziana De Giacomo sarà in scena all’Auditorium del Foyer 900 a Scafati (Sa) il 21 febbraio con lo spettacolo “Caffè Notturno… C’è di peggio, care signore!”, tratto da una novella di Luigi Pirandello, libero adattamento di Maurizio e Antonio Casagrande, protagonisti lo stesso Antonio Casagrande, Paola Casagrande, Tiziana De Giacomo, Ania Cecilia, Marianna Liguori e Luca Varone. Abbiamo visto l’ultima volta nei panni della strega nel film “Babbo Natale non viene da Nord” per la regia di Maurizio Casagrande, suo compagno nella vita. Un’interpretazione eccellente e difficile, una strega che nelle mani di Tiziana è stata infinitamente affascinante e perfidamente buona, oserei dire, perché Tiziana è una ragazza dolce e senza velleità scontrose, nonostante i suoi begli occhi glaciali. Abbiamo avuto la possibilità di scambiare qualche chiacchiera con la stupenda Tiziana De Giacomo su questo suo prossimo impegno teatrale e altre curiosità.
Caffè Notturno’ – C’è di peggio, care signore com’è nata questa commedia?
«È nata da un’idea di Antonio Casagrande che, con la mano di Maurizio, ha scritto il testo tratto da una novella di Pirandello, L’uomo dal fiore in bocca, un monologo che Antonio faceva da ragazzo, lo portava ai provini e passava sempre, e, quindi, il suo desiderio era di farlo ma rivisitato.»
Qual è il tuo personaggio in questa commedia?
«Parla di tre ragazze che perdono il treno e irrompono in questa stazione, e c’è questo vecchio con una pianista, Paola, interpretata da Paola Casagrande, la figlia di Antonio. Siamo tre ragazze che, nella vita, siamo anche amiche e, cioè Ania Cecilia e Marianna Liguori, la mia migliore amica. Ci sono siparietti comici tra me e Marianna, siamo la coppia comica, e, durante tutto lo spettacolo, prendiamo in giro questo vecchio vestito anni ’20, abito e cappello bianco, con questa moglie un po’ strana che suona il piano in questa stazione. Mentre Ania vuole fare l’artista, ma ha anche lei delle cadute durante lo spettacolo, e, si scontra con le altre due, ma è l’unica che riesce a percepire di più la sensibilità di quest’uomo, che poi solo alla fine si scoprirà il perché.»
È la prima volta che ti cimenti con un ruolo comico?
«Sì, ne sono contentissima. Mi dicono che me la cavo abbastanza bene. Far ridere si sa è difficile, ci vogliono i tempi giusti e un talento che, se non lo hai innato, non riesci a far ridere.»
Ci sono anche delle canzoni in questo spettacolo?
«Sì, io sono la napoletana più “verace”, e, canto ‘O nnammurato mio, la Zuccona, dei classici importanti di Raffaele Viviani, e anche lì è una sfida, perché ho sempre paura che qualcuno critichi. Marianna, invece, scimmiotta un po’ delle canzoni tedesche, francesi e calabresi, perché lei è la ragazza calabra che studia lingue e, poi c’è Ania che canta le sue canzoni, perché lei è una cantautrice. Lo spettacolo è nato un po’ su di noi, infatti, noi ci chiamiamo con i nostri nomi, e quindi, Antonio e Maurizio hanno cercato di farci interpretare dei ruoli così come siamo nella vita, anche con il nostro prenderci in giro, ci conosciamo da circa tre anni ma siamo molto legate.»
Lavori al fianco di un grande del teatro, Antonio Casagrande. Cosa stai rubando da lui e soprattutto com’è lavorare con lui?
«È un ritorno al passato recitare con un artista che ha fatto la storia. Lui è un grande attore. Quando apre la bocca e dice una parola, dà quei brividi e quell’emozione che nessun altro attore riesce a darti, forse sono anche gli anni di esperienza. Nonostante abbia ottantacinque anni è giovane dentro, brillante, con idee sempre nuove. Pensa che ha il desiderio di fare altri spettacoli. Antonio è un amico, una persona con la quale, tranquillamente, puoi lavorare e prendere poi il massimo.»
Tra di voi, durante le prove e il tour, che aria tira? C’è molto umorismo o vi mantenete sulla troppa seriosa professionalità?
«Siamo molto indisciplinate ed è ovvio che in delle compagnie ci sia sempre qualche momento d’incomprensione. Questo spettacolo, essendo nato per gioco, era stato programmato solo per tre date, ma poi è piaciuto molto e abbiamo avuto delle richieste, e, quindi, abbiamo messo su lo spettacolo rivedendolo in alcuni punti, anche al testo, rendendolo più efficiente.»
Parliamo del tuo ultimo film Babbo Natale non viene da Nord, di e con Maurizio Casagrande, in un ruolo cattivo. Quali critiche hai avuto dai fan, dagli amici…
«Quando Maurizio ha iniziato a scrivere il soggetto con il coautore, mi disse che se usciva una parte, me l’avrebbe data. Pensavo che oramai non se ne facesse più niente, ma poi gli venne l’idea di questa donna giocatrice e mi disse: “effettivamente questo personaggio puoi farlo tu”. Era un ruolo abbastanza importante. Ho avuto paura, perché essendo la fidanzata del regista, tutti avrebbero pensato che fosse normale essere nel suo film. Invece, assolutamente, non è così, perché Maurizio mi dice sempre che se c’è un ruolo per me, perché non farmelo fare. E da questo punto di vista l’ho vissuta anche come una sfida, una prova. Sono la sua fidanzata, però, a differenza di altri, che magari sono le fidanzate di… penso di non essere una cagna e di dare il meglio. Il mio è un personaggio grandioso, e ci ho lavorato molto sopra. Le critiche sono state tutte positive, anche se all’inizio, quelli della produzione furono i primi a dubitare, pensando, vabbè è la fidanzata del regista, però io non ho dato fastidio, ho solo cercato di fare del mio meglio. Alla fine del montaggio del film, mi chiamano dalla produzione e mi dicono che sono stata bravissima e non se lo aspettavano. Incredula, pensavo in una sviolinata. Nel frattempo avevo visto le mie scene e anch’io mi diedi un voto positivo. Sono abbastanza critica con me stessa. Se non mi piace una cosa lo dico. Sto iniziando ora nel mondo del cinema e mi sembra il minimo. Poi anche gli altri della produzione mi dissero la stessa cosa e pensavo che mi stessero prendendo in giro. Me ne convinsi dopo l’uscita del film. Anche lo stesso Antonio, gli amici, ma soprattutto gli estranei, mi hanno riempito di complimenti. Ho raggiunto il mio obiettivo e sono soddisfatta di avere fatto una prova degna anche del personaggio che non era facile, ma abbastanza difficile.»
Un ruolo adatto a te, allora Maurizio ti vede come una strega?
«Oh, sì! Mi dice che quest’atteggiamento lo possiedo anche in casa, nel senso buono. Sono una donna abbastanza determinata, precisa nelle mie cose, mentre lui è totalmente l’opposto, su questo ci compensiamo abbastanza.»
È il primo film che hai fatto con Maurizio?
«Sì, anche se ho fatto “Una donna per la vita”, ma era agli inizi che ci conoscevamo. Ci siamo conosciuti durante lo spettacolo teatrale “Anche l’occhio vuole la sua parte”, dove lui curava la regia.»
Stai preparando qualche altra cosa, film teatro…
«Con Antonio Casagrande c’è l’idea di fare un nuovo spettacolo. C’è un progetto anche con Maurizio, dove avrò un ruolo simile al precedente, ma non posso dire molto.»
Come modella stai continuando a fare qualcosa?
«Ho iniziato come modella, ma la mia passione è sempre stata la recitazione. Mi trovai a fare una fiction dove interpretavo una modella e il regista m’incitò a studiare. Ho frequentato una scuola sia cinematografica, sia teatrale, però, la mia vera scuola per il teatro è stata con Maurizio quando mi scelse per uno spettacolo di cui lui curava la regia. Ho lavorato con lui tre anni. Ancora oggi faccio delle cose, a differenza di prima che facevo cataloghi di abbigliamento, ora mi capita di fare la testimonial di alcuni brand. L’anno scorso ad esempio sono stata testimonial di una ditta di occhiali e mi sono tirato dentro anche Maurizio.»