Andrà in onda eccezionalmente di giovedì l’ultima puntata di The voice of Italy, il talent anti-talent di Rai Due, che quest’anno è stato trainato negli ascolti da fenomeni web mai visti sulla nostra tv. Iniziato bene, era poi slittato nella sordina, nonostante la tenacia e professionalità dei quattro coach (Raffaella Carrà, Noemi, J-Ax e Piero Pelù). Poi l’exploit della suora che cantava Alicia Keys ha dato il botto e il programma è volato alto.
Curiosamente, il fenomeno è stato rilanciato negli Usa (dove evidentemente una suora che balla e canta fa ancora scalpore) e poi è rimbalzato in Italia. Suor Cristina a parte, gli altri talenti non sembrano essere offuscati da questa esposizione quasi ossessiva. I coach hanno scelto bene il repertorio, il voto dei telespettatori ha fatto il resto, e sono arrivati in finale le quattro voci che più hanno convinto pubblico e insegnanti. Abbiamo incontrato i finalisti prima dell’ultima, fatidica diretta che avrà come ospiti anche i 5 Seconds of Summer e i Clean Bandit. Ce n’è per tutti quindi: gara tra emergenti italiani, teen pop e soul made in Britain.
Giacomo Voli (team Pelù)
È il più restio e schivo dei quattro e anche il più rock, per questo l’intesa con la voce dei Litfiba ha funzionato: «Veniamo dallo stesso mondo, ci piacciono i Deep Purple e Iron Maiden. Ed è bello pensare che tra qualche giorno in giro ci sarà una canzone, la mia, che grazie ai suoi incoraggiamenti porta l’italiano nel mondo del death metal. Che poi se piacerà a sua volta sarà considerato pop». Giacomo ha anche lavorato in Jesus Christ Superstar e non disdegnerebbe tornare ai musical: «Ho fatto tante serate con le tribute band ai miti del rock e il musical resta una passione. Se ci volesse tempo per realizzare un disco di inediti, in cui vorrei coinvolgere anche alcuni amici musicisti con cui mi esibisco già, credo di poter considerare di tornare al musical».
Suor Cristina Scuccia (team J Ax)
Il personaggio che resterà, anche nella storia della tv, è la suora che da Ragusa ha fatto impazzire Twitter in tutto il mondo. «Ma io sono nelle mani di Dio come tutti gli altri e mi sento troppo piccola per affrontare tutto quello che è successo» ha finalmente rivelato all’incontro pre-finale, dopo mesi di inseguimenti (a vuoto) dei cronisti. La suora vive in un convento di orsoline a Milano e vuole cantare, non importa dove: «Non ho pensato al dopo, ho delle superiori che gestiranno la cosa per me, io non gestisco niente. Per me è uguale: in piazza con i giovani o in oratorio con i bambini, continuerò a cantare». Non ha ben spiegato cosa farebbe con in mano un contratto discografico che potrebbe cambiarle la vita, ma ci ha tenuto a sottolineare il senso della sua presenza: «Come ho detto, ho un dono e voglio condividerlo. E poi quando il Papa ha detto che bisognava portare la fede fuori dalle chiese mi sono decisa a partecipare. Volevo portare gioia e amore. Non sono arrivate telefonate dall’alto, no…ma credo di non aver sbagliato. Ho scelto J Ax, che era quello meno prevedibile, perché ho pensato che sarebbe stato bello arrivare al suo pubblico giovane». Quindi se calcolo c’è stato, a quanto pare, è stato a fin di bene.
Giorgia Pino (team Noemi)
Una teenager alle prese con gli esami di maturità che sfonda in tv. Strano ma non inusuale, il suo atteggiamento è rimasto disincantato e leggero. Anche se ci sono stati momenti duri: «L’aspetto fisico non viene preso in considerazione nel programma e quindi sono sicura di essere qui per i miei meriti. Ho avuto la fortuna di condividere con Noemi la passione e un gusto per lo stesso genere. Per me è stata una grande artista: ha invitato tutti i suoi ragazzi del programma a esibirsi accanto a lei. E mi ha fatto assaporare quello a cui potrei aspirare un giorno». Già essere in finale è una vincita per Giorgia, anche se la scuola resta la sua priorità: «Voglio superare gli esami e affrontare da adesso in poi ogni palco che mi si presenta con la testa e col cuore. Mi piacerebbe vivere di musica».
Tommaso Pini (Team Carrà)
A 24 anni Pini sogna di duettare con Battiato tra gli italiani e Prince o Bowie tra gli stranieri. «Ho scelto la squadra di Raffaella perché volevo sperimentare e nel genere brit pop ci ho messo dentro anche contaminazioni con l’elettronica o il dubstep. Vorrei perseverare, continuare a fare ricerca perché non ricordo un momento della mia vita in cui ho smesso di credere alla musica. Credo di essere pronto per dare una ventata di aria fresca alla musica italiana». Tommaso è anche ansioso di proporre pezzi «dove la mia scrittura possa davvero farmi conoscere per quello che sono. Ho avuto un’esperienza bellissima in Finlandia dove ho vissuto per settimane, grazie a una borsa di studio, immerso nell’arte e nella musica con tante altre persone». Per le scelte di Raffaella, che molto dibattito hanno creato, specie tra i seguaci del programma, oggi dice: «Ogni sbaglio mi ha fatto crescere, ma onestamente credo di aver messo del mio in ogni pezzo. Anche quando ho rifatto One Day, temendo di essere troppo uguale all’originale, o con i Negramaro, che non avevo mai cantato prima». Del fenomeno suora è l’unico che si sbilancia: «Bello averla nel programma ma vorrei far capire che tutti siamo qui per un fine e ognuno ha il suo messaggio».