Da mercoledì 5 ottobre a domenica 13 novembre 2016, le suggestive foto di Bruno D’Amicis, saranno ospitate nella Sala della Balena del Museo Civico di Zoologia, in via Aldrovandi 18, Roma. La mostra fotografica dal titolo “Tempo da Lupi” è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è organizzata in collaborazione con il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura. Si tratta dell’esposizione di 10 pannelli formato 120×80 del fotografo-biologo, che immortalano il Lupo nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Omaggio al Lupo quale animale carismatico, che da sempre ha ispirato le più svariate tradizioni e leggende. La mostra fotografica si abbina ad un’esposizione di opere pittoriche dal titolo “Insieme ai Lupi” a cura del gruppo di artisti naturalisti del movimento progettuale “Ars et Natura”. Segnaliamo che il movimento da più di un decennio dedica le proprie opere ad animali selvatici, paesaggi, piante e fiori spontanei dell’ambiente naturale, in Italia e all’estero, lavorando sul campo.
Gli artisti che partecipano con le loro opere sono: Fabrizio Carbone, Alessandra Cecca, Stefano Maugeri, Elisabetta Mitrovic, Graziano Ottaviani, Marco Preziosi e Alessandro Troisi. La mostra sarà anche l’occasione per esporre alcuni esemplari di Canis lupus conservati nel Museo e provenienti da diverse parti del suo areale che si estende tra il Nord America e l’Eurasia.
Ricordiamo che grazie alle ricerche scientifiche è stato oggi possibile approfondire diversi aspetti della biologia della specie e, attraverso interventi di conservazione ed alla corretta gestione del territorio il lupo, un tempo minacciato di estinzione, è ora diffuso ampiamente nelle zone appenniniche e alpine della penisola.
La mostra è anche un percorso che Bruno D’Amicis racconta così: «Freddo. Vento e pioggia, magari con nebbia o neve. “Tempo da lupi” suggerirebbe la saggezza popolare, sottolineando come miserabili condizioni atmosferiche siano le più favorevoli per i “branchi” a intraprendere la caccia o, “scendendo dalle montagne”, ad avvicinarsi alle greggi e alle abitazioni, seminando paura e distruzione. Questo è il tempo in cui è meglio starsene a casa, al caldo e al sicuro. Io invece ho scoperto che il tempo da lupi è ben altra cosa. E la differenza sta tutta in quel da. Per me il tempo da lupi è quella preziosa porzione di esistenza che uno fatica a ritagliare nella frenetica vita moderna e da dedicare tutta alla ricerca di un’esperienza diretta con la selvaticità. Questo tempo da lupi è il tempo del sudore sulla schiena sotto il sole di montagna e dei crampi alle gambe durante lunghe marce nella neve profonda. É il tempo delle notti passate all’addiaccio e della sveglia che squilla a orari impossibili; della noia nelle lunghe attese e dell’incontenibile gioia della scoperta. É il tempo della solitudine e delle avventure in compagnia. É il tempo del batticuore e della delusione; dell’ora e adesso, senza l’ingombro del passato né il pensiero rivolto al futuro. É il tempo della giovinezza ed è forse il tempo speso meglio nella mia vita».