In scena, al Teatro Nuovo di Napoli, Glauco Mauri ne Il Canto dell’Usignolo. Poesia e Teatro di William Shakespeare, con Marco Bianchi e musiche dal vivo del M° Giuseppe Zappalorto al piano e con Marzio Audino alle percussioni; una produzione Compagnia Mauri-Sturno (repliche fino a dom. 19 novembre).
Nella piena maturità artistica, dopo una lunga carriera in cui ha frequentato molti classici shakespeariani, Glauco Mauri decide di omaggiare il Grande Bardo con un’antologia di personaggi e versi che lo hanno reso immortale. Il perché del titolo ce lo dice lui stesso, raccontando brevemente una favola del poeta tedesco Lessing: “Un giorno, un pastore si rivolse ad un usignolo chiedendogli perché avesse smesso di cantare, privandolo così della piacevole compagnia della sua voce melodiosa. L’uccellino rispose tristemente che il rumoroso gracidare delle rane gli aveva fatto passare la voglia di cantare. Il pastore ribadì di essere anch’egli infastidito dal gracidio delle rane, ma che era proprio il silenzio dell’usignolo a condannarlo a sentirlo. Così ho pensato che l’uomo ha bisogno sempre di poesia e di bellezza, specie in questi tempi in cui di rane sguaiatamente urlanti e volgari ce n’è in abbondanza in ogni dove. Ecco perché, per me, leggere, ascoltare o recitare Shakespeare è necessario”.
Insieme all’altro ottimo interprete, Marco Bianchi, Glauco Mauri tratteggia con poche pennellate ritratti di personaggi ricchi di sfumature, dall’eroe epico all’uomo comune, dal misantropo al re detronizzato, sempre calibrando giusti accenti con giuste pause. La scelta dei testi è particolarmente interessante perché varia, abbracciando sia opere più note come il Macbeth, il Giulio Cesare e il Re Lear che opere meno frequentate come il Riccardo II, il Timone d’Atene o Come Vi Piace. A corollario di questa vasta gamma di tipi e di passioni umane, una rosa di sonetti scelti tra i centosei che Shakespeare scrisse, tutti di carattere amoroso, molti dei quali indirizzati ad un suo giovane amante rimasto sconosciuto. In quelli qui proposti ritorna sempre il senso di inquietudine per una vita che sta per volgere al termine ed un’altra che invece si spalanca, fiduciosa, all’avvenire. Il tutto impreziosito dalle musiche composte e suonate dal vivo dal M° Zappalorto, accompagnato da Marzio Audino alle percussioni. Un’occasione per trascorrere una piacevolissima serata, ricca di emozioni e di garbo, in compagnia di un pilastro del Teatro italiano.