Fino all’11 dicembre al Teatro Eliseo di Roma va in scena lo spettacolo “A steady rain” (Piove dentro) di Keith Huff, con Davide Paganini e Matteo Taranto. Per la rassegna Eliseo Off ecco il primo non-musical prodotto da Broadway e portato al successo da Hugh Jackman e Daniel Craig, nonché prequel della serie americana True Detective. Lo scopo è quello di poter offrire un contributo al rinnovamento e alla scoperta del repertorio autoriale teatrale, partendo dall’identificazione della nuova drammaturgia italiana e straniera e permettendole di permeare i luoghi ‘altri’ dell’Eliseo, dal foyer della platea a quelli delle gallerie. L’attività che si realizzerà porrà al centro del lavoro teatrale il testo e le capacità creative dell’autore, proponendo delle soluzioni che possano far partecipare il pubblico sin dalla prima fase di creazione della produzione. A Steady Rain (Piove dentro) dello statunitense Keith Huff, fra gli autori della fiction House of Cards, è un testo pulp e noir che ha ispirato la prima stagione della serie True Detective, in cui due poliziotti raccontano ciascuno la propria versione dei fatti davanti alla commissione per gli Affari Interni, chiamata a giudicarli in seguito a un grave incidente verificatosi mentre erano in servizio. Gli interpreti, nella versione italiana Matteo Taranto e Davide Paganini, seguendo la tecnica narrativa dello storytelling, si rivolgeranno direttamente al pubblico come in una soggettiva cinematografica, senza mai perdere la relazione tra di loro, in un’alternanza tra narrazione orizzontale e verticale. Due agenti di polizia, Joey e Denny, sono colleghi e amici di lunga data. Il primo, single e introverso, ha problemi di alcolismo, è opportunista e innamorato segretamente della moglie del suo amico; Denny, sposato con figli, tradisce la moglie con una prostituta e ha un malcelato razzismo verso le minoranze etniche. Una chiamata per disturbo della quiete pubblica darà una svolta decisiva alla loro amicizia mettendola a dura prova.
«L’idea di mettere in scena ‘A Steady Rain’ – raccontano Davide Paganini e Matteo Taranto – nasce sulla spinta dell’enorme successo ottenuto dal testo negli Stati Uniti, tanto da diventare un caso nel panorama teatrale americano. La particolarità del testo è la sua struttura drammaturgica basata sulla tecnica dello storytelling. Attraverso una doppia narrazione, cronologicamente frammentata, basata sul contrasto fra le versioni fornite dai due protagonisti e che evoca inseguimenti, scazzottate, sparatorie, serial killer, trafficanti di droga, prostitute, sesso, corruzione e così via, il pubblico viene portato dentro l’azione stessa, in una affabulazione che riporta alle condizioni primarie dell’ascolto da cui nasce il teatro».
Uno spettacolo molto interessante, che unisce diversi generi del poliziesco americano, molto lontani dalla realtà italiana. È proprio questo a portare lo spettatore a seguire la vicenda dei due poliziotti sempre in lotta tra di loro ma legati da un affetto assolutamente vero, puro ed unico. Il testo è affascinante, cupo, molto dark, la scena vuota, caratterizzata da due sedie dove siedono i personaggi e da uno schermo sul quale vengono proiettate delle immagini. Il resto lo fa il corpo attoriale in preda a continui cambi di scene, situazioni in cui il protagonista è il senso di morte che si può carpire fin dai primi secondi. Inutile soffermarsi in dettagli tecnici. Consiglio vivamente la visione di questo spettacolo, dove finalmente due bravissimi attori possono mettere in mostra tutte le loro qualità. Ci sono solo loro e il pubblico, quasi attaccati in un unico mood! Complimenti.