È arrivato a più di 10.000 mila visualizzazioni il video di “Benvenuti in un’altra dimensione” il singolo d’esordio del giovane rapper napoletano Tarantino scritto in collaborazione con il suo producer Michele Cammarota ed il rapper (con cui duetta nel brano) Steve. Il brano rappresenta il manifesto del progetto musicale intrapreso nel 2013 dal cantautore per creare una sua “dimensione musicale in divenire”. Tarantino, all’anagrafe Nicola Tarantino, nasce a Napoli il 26 maggio 1993. L’ amore per la musica, unita allo studio del pianoforte, lo accompagnano sin da bambino. Negli anni il tutto si tramuta in canzoni. Ci sono i primi live, variegati da esperienze di ogni tipo: contest, concorsi, strada, vita.
Cosa racconta questo brano?
«Benvenuti in un’altra dimensione” è il manifesto del progetto musicale che ho intrapreso qualche anno fa al fine di creare una mia “dimensione musicale in divenire”. Caratteristica fondamentale dell’anima della canzone, come evidenziato anche dall’incalzante arrangiamento, è la consapevolezza di un profondo senso di libertà e di lotta verso qualunque forma di ignoranza e di abuso e, soprattutto è un invito a non aver paura nel credere in ciò che si è realmente. Il tutto proiettato nel cuore pulsante della società in cui ci troviamo a vivere, dove l’autocensura ha assunto sempre più il carattere della nostra sintomatica perdita di coraggio e della voglia dell’essere se stessi ».
Com’è avvenuto l’incontro con il tuo produttore?
«Nel 2010, durante un contest (in cui mi classificai al primo posto), c’è stata la svolta per la mia carriera cantautorale grazie all’incontro con il produttore discografico Michele Cammarota, con il quale ha avuto inizio un sodalizio artistico che continua tuttora. In quegli anni sono nati i primi inediti di un progetto che si è arricchito di nuove sfumature e che dura da oramai 5 anni, nel corso dei quali ho avuto modo di sperimentare nuovi sound , di accrescere ed affinare il mio dna artistico ed umano e di raffinare la mia tecnica compositiva ed autorale».
Cosa pensi del rap nei talent show?
«Il rap, come gli altri generi musicali, va coltivato negli ambienti giusti. Io ho un’estrazione indie, nasco come un cantautore “popolare”, ma mi piace confrontarmi con gli altri generi e non credo che questi ultimi debbano demarcare il confine della propria musica ma, viceversa, debbano semplicemente rappresentare il vestito da scegliere per uscire di casa».
Adesso cosa ti aspetti?
«Intanto mi godo il momento, dato che la canzone persiste in classifiche radiofoniche importanti (Airplay e Mei), sintomo che la gente sta iniziando ad apprezzare il lavoro svolto finora. Poi da settembre ricomincerò a fare live e a lanciare nuovi singoli, sperando di riuscire a coinvolgere un bacino sempre più vasto di pubblico. La cosa che , tuttavia, mi sta più a cuore è quella di mantenere intatta la mia identità artistica ed umana per comunicare a chi mi ascolta tutte le sfumature che mi caratterizzano . Credo non ci sia cosa più bella».