Tamara De Lempicka – Seduzione tra Arte e Musica, in mostra al palazzo Forti di Verona fino al 31 gennaio 2016. Un viaggio in sette sezioni di grandissimo valore descrittivo sulla vita di una straordinaria artista art déco. Una delle sezioni più intriganti è intitolata Visioni amorose, che, giocando su un doppio binario, Tamara, dichiaratamente bisessuale, chiamava così i suoi nudi femminili, Visioni amorose. Esposti Nudo appoggiato I (1927, Collezione privata europea), Nudo con vele (1931, Collezione Bruce Lewin), e altri, ma soprattutto, La sottoveste rosa (1927, collezione Caroline Hirsch) e la Bella Rafaëla (1927, Collezione Sir Tim Rice), modella conosciuta e sedotta con aplomb al Bois de Boulogne, liaison che andò avanti per un anno.
Tamara De Lempicka era una classicista, aveva ammirato, da piccola, la pittura rinascimentale nei suoi viaggi in Italia e con astuzia femminile aveva combinato la ritrattistica tradizionale con tecniche pubblicitarie e illuminazione fotografica, usate anche nel quadro, La Belle Rafaëla. L’opera rappresenta in tutto il genio pittorico della Lempicka, una giovane donna corpulenta distesa su cuscini grigi, avvolta da luce caravaggesca, che pulsa di un’intensa energia erotica. Singolare storia, invece, su La sottoveste rosa, che nel 1971, leggenda vuole che il quadro sia stato trovato al “mercato delle pulci” di New York.
Non mancano, in questa meravigliosa mostra, i capolavori di Tamara, come la Ragazza in verde (1930-1931, Musée National d’Art Moderne, Centre Georges Pompidou) opera che le diede la fama mondiale, immagine che imperava su tutte le riviste europee, ancora oggi è una delle più sfruttate. La Sciarpa blu (1930, collezione privata), un’immagine di una donna da manifesto pubblicitario, moderna e sportiva, truccatissima e con quel basco portato al successo dalle attrici amate dalla Lempicka: Greta Garbo e Marlene Dietrich.
O la Madre superiora (1935-1939 Nantes, Musee des Beaux-Arts), una delle opere più sentite dall’artista, perché legata a un episodio particolare della sua vita, caduta in una forte depressione distruttiva, si recò in un convento vicino a Parma, dove incontra appunto questa madre superiora che riesce a darle molto conforto. Tamara, però, solo dopo qualche anno, iniziato il quadro riesce a finirlo.
È una mostra assolutamente da vedere e perderci le ore, per conoscerne i lati più intimi e segreti e, per amare una delle donne più interessanti, anche privatamente, del primo Novecento. Cresciuta nel lusso dei ruggenti anni Venti, tra proibizionismo, charleston, gangster, jazz e Radio City Music Hall. All’età di 14 anni frequentò la scuola a Losanna, in Svizzera, e si sposò a 16 anni, con un avvocato squattrinato Taduesz Lempici, che un anno dopo fu arrestato dai bolscevichi, e Tamara sfidò la rivoluzione russa per liberarlo, e fuggirono a Parigi, dove inizia la fantastica vita di Tamara de Lempicka. Iniziò a studiare arte e lavorò giorno e notte, poiché la coppia dovette abbandonare tutti i loro beni, e, per di più avevano avuto una figlia, Kizette. E, da qui, inizia la mostra a Verona, con il percorso I mondi di Tamara de Lempiska, ma non vi svelo altro, solo che è presente anche il bellissimo quadro, Prospettiva, le due amiche (1923, Ginevra, Association des Amis du Petit palais) e diverse foto della vita di Tamara.