Il talento innato sta permettendo alla giovanissima cantautrice Greta Elizabeth Mariani di affermarsi negli USA, in UK e in Italia. Il folk, il rhytm&blues e il soul caratterizzano i suoi pezzi ispirati probabilmente dai suoi viaggi tra Europa e Stati Uniti. Greta, figlia del musicista e cantautore Roberto Mariani, all’età di 11 anni inizia a suonare la chitarra, programmare computer-music nell’home studio di famiglia e a distinguersi per la sua voce particolare e i brani in inglese. A 14 anni riceve il premio ‘Akademia Music Award’ a Los Angeles come ‘best cover act’ con ‘Sound of Silence’ di Simon & Garfunkel. Nello stesso anno Greta viene selezionata dal mitico Troubadour di Londra, dove fa un concerto trasmesso in streaming negli States dalla società Livamp. Il sito inglese ‘Secret Sessions’ la seleziona come ‘best new act’ e la pubblica insieme ad artisti del calibro di X-Ambassador e Ben Howard. Nel 2017, Greta tiene una serie di showcase unplugged a Los Angeles, incontrando anche Naim Mc Nair, VP of A&R della Republic Records, il quale si complimenta con lei per il controllo della voce nonostante la giovane età. Nel mese di aprile di quest’anno, in Italia Greta apre parte dell’unplugged tour di Marina Rei e quest’estate Greta le prime date del tour dei Tiromancino e viene accolta con calore dal pubblico.
Hai aperto l’unplugged tour di Marina Rei e le prime date dei Tiromancino. Come giovane interprete come hai vissuto queste due esperienze live?
«Sono state due esperienze molto diverse tra loro e bellissime, dove in alcune di queste mi sono confrontata anche con 15.000 persone, sono state quindi formative e mi hanno aiutato anche nel mio modo di rapportarmi col pubblico. Sia Marina che Federico sono due grandi artisti con un pubblico molto selettivo e difficile, che è riuscito a comprendere la mia musica ed apprezzarla».
Sei una figlia d’arte. Quali sono stati gli insegnamenti musicali più significativi che tuo padre ti ha trasmesso negli anni?
«Mio padre Roberto (Mariani) mi sta seguendo come produttore e personal manager, lui negli anni ’90 ha fatto grandi cose, è stato anche primo in classifica in Italia con un paio di canzoni. Ho sempre respirato aria di musica a casa, anche le frequentazioni di mio padre negli anni della mia infanzia erano quelle di musicisti e artisti in genere. Probabilmente lui mi ha trasmesso l’insegnamento per cui la musica non ha genere o età, la musica è una gran bella cosa, un modo di vivere. Mia madre invece mi ha dato la parte inglese, anzi americana, infatti mia nonna, i miei cugini e gli zii vivono tutti nella East Coast. Proprio per questo da quando sono nata ho sempre fatto avanti e indietro con gli States».
Quanto hanno influito a livello artistico-musicale i viaggi in Europa e negli States? Quali musicisti hai avuto l’occasione di conoscere?
«Hanno molto influito sulla mia musica, sul mio modo di scrivere, i viaggi mi hanno fatto conoscere pubblici diversi e interessantissimi. Ho avuto occasione di conoscere molti producer e musicisti di vari generi soprattutto negli USA, come The High Fascination (New York) e Naim Mc Nair (LA). Uno di questi, Andrew Weiss, suona le chitarre in quasi tutti i miei pezzi ed ora è anche un grande amico».
All’età di 14 anni hai ricevuto il premio “Akademia Music Award” a Los Angeles come “best cover act” con “Sound of Silence” di Simon & Garfunkel. Ci vorresti raccontare quel momento?
«Akademia Music Award è un’associazione di producer, giornalisti e musicisti con sede a Los Angeles. Loro ogni anno mettono online un bando per partecipare con propri brani o cover e la giuria seleziona i migliori lavori e poi dopo vari ulteriori passaggi li premia. Mio padre mi ha iscritto due anni fa proprio quando avevamo realizzato la cover acustica di Sound of Silence, loro mi hanno selezionato e poi mi è arrivata l’email con le congratulazioni come artista vincitore del ‘best cover act’. Io ero alle stelle, grazie a questo premio una radio americana (WOS Radio – Woman of Substance), mi ha poi messo in rotazione per un mese con lo stesso brano. Proprio per questa canzone abbiamo anche prodotto un video a New York, un video molto intenso che abbiamo girato in bianco e nero».
Quali saranno i tuoi prossimi progetti musicali? Ci sono brani a cui stai lavorando?
«Sì, stiamo raccogliendo materiale per un intero album e nel frattempo vorremmo pubblicare un EP di tre brani, sto valutando un po’ di proposte per quanto riguarda l’etichetta con la quale lavorare».