Andrea De Rosa è un vero e proprio talento. Nel 2003 inizia a frequentare corsi di recitazione alla scuola di cinema sperimentando e studiando l’arte della recitazione a tutto tondo. Una delle sue grandi passioni è la scrittura; nel 2005 scrive e interpreta i monologhi Parzialmente stremato e Senza peli sulla lingua. Il successo arriva con “Notte prima degli esami” e “Notte prima degli esami – Oggi”. Partecipa alla serie tv di Canale 5 “Distretto di polizia 6”. Nel 2008 torna sul grande schermo con “Amore, bugie e calcetto” “Ultimi della classe”. Andrea è un vero e proprio one man show, un mattatore capace di interpretare sia ruoli comici che drammatici. Il 13 febbraio sarà in scena al Teatro Sala Umbero di Roma con “Psicomico Revolution” insieme all’attrice Lucia Rossi. Per l’occasione abbiamo intervistato Andrea De Rosa.
Dopo straordinari successi è giunta l’ora di psicanalizzarsi o cosa? Come nasce l’idea di questo spettacolo?
«È la versione aggiornata e corretta di “Psicomico”, che ho portato in scena al Teatro Tirso di Roma a Marzo dell’anno scorso. Entrambi partono dallo stesso concetto: per raggiungere delle consapevolezze e quindi migliorare noi stessi, spesso abbiamo bisogno dell’aiuto di qualcun altro, quindi bisogna scegliere qualcuno con cui renderci vulnerabili. Nel precedente spettacolo, lo psicologo era invisibile e rappresentava un po’ la voce della mia coscienza, tant’ è che mi sono reso conto, scrivendolo, che mettevo in bocca a lui, le “parole” di cui avevo bisogno io. Qui la base è simile, ma prosegue in un’altra direzione. C’è una psicoterapeuta (interpretata da Lucia Rossi) depressa a causa di un matrimonio appena naufragato che si trova a trattare un attore comico, deluso e incazzato, col suo paese e col suo lavoro, che non ha voglia di farsi “psicanalizzare” ma solo di “sfogarsi” di ciò che ha intorno e che non riconosce più e che sta per abbandonare l’Italia per trasferirsi a Londra. Assecondando la “strana” impostazione di lui si renderà conto pian piano di avere delle cose in comune…ma soprattutto, estrapolando un’informazione omessa fin dall’inizio dal paziente, “si invertiranno le carte in tavola”».
Chi è Andrea De Rosa?
«È una delle domande più difficili che mi potessi fare, anche perché non penso di averlo ancora capito del tutto. Adesso mi tocca pure darti una risposta figa. Credo sia un ragazzo in perenne conflitto con se stesso, che, attraverso le varie piattaforme artistiche, cerca di dare un nome alle proprie paure, i propri demoni e le proprie insicurezze, per trasformarli in deterrenti con cui combattere per il bene dell’umanità!».
Hai recitato accanto a grandi attori. ti va di raccontarci qualche aneddoto?
«Ho lavorato con molti attori bravi e talentuosi, ma il più grande di tutti con cui mi sono approcciato fino ad ora, è sicuramente Gigi Proietti, anche se solo per una settimana. La cosa che mi è rimasta più impressa di quei giorni di lavoro è l’approccio rilassato con cui si apprestava a girare le sue scene…sembrava come se dimenticasse tutto il suo enorme bagaglio tecnico-artistico per affrontare 8-10 scene al giorno in maniera quasi “giocosa”, divertendosi lui per primo».
Sei molto impegnato tra cinema e teatro. Dove ti senti a casa tua, dovendo scegliere tra queste due opzioni?
«Sceglierei il cinema, perché è la dimensione che preferisco, sia come attore che come spettatore. Ma ho bisogno anche del teatro, perché ogni tanto necessito del contatto col pubblico e quindi di un’interazione più diretta…ma anche perché di cinema ultimamente me ne fanno fare poco (ride n.d.r.)».
Ai giovani attori, cosa consiglieresti? Oggi, in Italia, è ancora possibile svolgere questo mestiere dignitosamente?
«È sempre più difficile svolgere questo lavoro, ma soprattutto farlo come “unico mestiere”. Quindi o hai le spalle coperte, oppure devi accompagnarlo ad un altro lavoro che ti sostenga quando il “cinema” e il “teatro” vengono meno».
Quanto di tuo c’è in questo tuo ultimo lavoro?
«C’è parecchia roba, che ovviamente viene romanzata o adattata alla situazione che racconto».
Cosa non faresti mai nella tua vita?
«Scendere a compromessi che vadano contro la mia etica e ciò che ritengo giusto».
Chi è la persona che ami di più da sempre?
«Non c’è una persona specifica. Amo i miei genitori, mio fratello e i miei nonni. E voglio bene a un po’ di persone… ma il primo a cui cerco di voler bene è me stesso, anche se non sempre ci riesco».
Quanto conta per te l’amicizia?
«È fondamentale. In tutti i rapporti affettivi. Anche quelli amorosi, là dove ci fossero, necessitano di amicizia. Perché per me amicizia vuol dire “complicità”, “generosità” e “predisposizione” verso il prossimo».
Progetti futuri?
«Quest’anno uscirà al cinema l’ultimo film a cui ho preso parte, che è una bellissima opera prima di Lorenzo Renzi dal titolo “Maremmamara”, una serie web horror dal titolo “6ix”, poi, dopo il debutto alla Sala Umberto vorrei portare in qualche altro teatro “Psicomico Revolution”».