“Tableau de marriage”: un mare di idee in scena. Lo spettacolo del Nuovo teatro Sanità realizzato con il sostegno del MiC e di SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea” si svolge nel cortile di Palazzo Caracciolo.
Mario Gelardi con la sua regia crea una ‘pelle’ specifica per il luogo che ospita gli attori che escono ed entrano da ogni angolo del cortile facendo sentire il pubblico al centro del banchetto di nozze.
Già il matrimonio, uno di quei riti di passaggio che permette all’autrice Elvira Buonocore di dare vita al testo di “Tableau de marriage” che scava nelle pieghe dell’ipocrisia umana.
Mentre tutti sono felici alla festa di nozze, compreso gli spettatori viziati con bollicine, pizzette e polpette, cresce l’attesa per gli sposi che non arrivano.
Quello che era un banchetto preparato nei minimi dettagli dalla decisa wedding planner Cecilia comincia da assumere contorni strani. Tutti i partecipanti alla festa si raccontano con dialoghi incisivi, divertenti, ricchi di spunti politici e attivisti e piano piano comincia a venire fuori la verità.
I partecipanti alla festa hanno preparato il matrimonio per poi dare vita ad un azione radicale contro il governo che ha preparato una legge che decreta il limite dei 35 anni come termine ultimo al di là del quale si diventa vecchi ed inutili. I 35 anni rappresentano il vuoto nel nostro paese.
Una dimensione di vaghezza non riconosciuta in cui si è troppo adulti per essere giovani ma troppo poco cresciuti perché il mondo riconosca e dunque accetti la pretesa di conferme e privilegi che, solo chi ha l’età per dirsi arrivato, può permettersi.
La regia di Gelardi anima tutti gli spazi rendendoli funzionali all’azione scenica: in ogni angolo del cortile i protagonisti si raccontano, e portano avanti le loro azioni con bravura conferendo allo spettacolo una grande vivacità.
Il cast di “Tableau de marriage” , rigorosamente under 35 anni come previsto dai bandi, composto da Francesca Cercola, Anna De Stefano, Carlo Di Maro, Gaetano Migliaccio, Gianluigi Montagnaro, Giovanna Sannino, Chiara Vitiello, riesce a muoversi in ogni momento in maniera corale restituendo lo spartito di parole,
sapientemente diretto dal “Maestro d’orchestra” Gelardi, con dinamicità e dando vita anche a momenti intensi di assolo; penso in particolare agli interventi della Vitiello molto brava e centrata nel suo personaggio.
Una sperimentazione quella che portata avanti dal Nuovo Teatro Sanità alla ricerca di spazi al di fuori del teatro, implica una difficoltà maggiore sia in fase di ideazione che di restituzione finale, ma che in questi anni certifica la qualità di questa realtà napoletana destinata a crescere sempre di più portando avanti un filone di estrema originalità.