Ci vogliono passione, grinta, maestria in questo mondo per elaborare prodotti buoni artistici; tutte queste doti non mancano a Francesca Rondinella, artista coraggiosa e tenace da sempre. A Napoli l’idea di fare squadra non esiste, gli artisti portano avanti progetti solitari per cercare di mettere a tacere, almeno per un poco di tempo, il loro smisurato ego; non è così per la Rondinella che da sempre cerca e crea collaborazioni solide e creative. Nel progetto “T’angheria” è affiancata dal maestro Giosi Cincotti, musicista di lungo corso dotato di una sensibilità e creatività musicale notevole.
“T’angheria” è andato in scena all’interno della rassegna “Dalla terrazza” ideata dal Nuovo Teatro Sanità; purtroppo per ragioni climatiche la terrazza del Grand Hotel Parker’s non è stata la location di questo bel lavoro, ma la sala degli specchi, con le sue tinte calde, ha accolto bene le atmosfere incantate del viaggio musicale proposto dal duo Rondinella –Cincotti.
Già dal titolo, “T’angheria”, un acuto gioco di parole che unisce il tango alle angherie della vita, della poesia, dell’amore si nota l’idea di fondo che anima questo lavoro; non si tratta di un semplice concerto con una serie di canzoni legate tra di loro da versi, ma sullo sfondo si nota la ricerca attenta che sottende allo spettacolo.
La Rondinella ha ideato un percorso poetico tutto al femminile, che funge da tratto di unione con i brani musicali proposti nello spettacolo che sono di interpreti tutti maschili; si tratta di brani che rispecchiano il multiforme mondo dell’artista napoletana accompagnati da arrangiamenti ed elaborazioni musicali perfetti.
Si apre con “Anema annura” un brano inedtito composto dal duo protagonista, per arrivare a “D’o mare e d”e rose” di Gianni Lamagna e poi essere sorpresi da una incantevole interpretazione de” La vie en rose” di Edith Piaf. La scelta della Rondinella di cantare i brani in lingua originale consente agli spettattori di essere trascinati dalle differenti sfumature della sua voce; i “rumori” delle lingue sono profondamente diversi ed è bello potere apprezzare nella stessa sera il francese, lo spagnolo, l’italiano e il napoletano.
La “cucitura” tra Anais Nin e “Respiro” degli Almamegretta è molto bella e apre la strada a “Passione ca nun passa maje” e “Amaro è ‘o bene”. Il tempo scorre veloce tra le note del maestro Cincotti che tra pianoforte e fisarmonica propone degli arrangimenti che si sposano in maniera sublime con “Historia de un amor”, un momento davvero poetico, “Isteria” di Gaber, “Paloma Negra”. Ancora un brano originale con “Mi chiamo Francesca” per poi arrivare a “tammurriata americana” di Bovio.
Si va a concludere ma si ha ancora il tempo di apprezzare “Toglietemi…” di Anna Magnani, “canzone appassionata” e poi si chiude con l’immensa “Tutto è fernuto” di Enzo Moscato: il pezzo dell’arrivederci, della fine, ma anche uno dei brani più belli della musica napoletana confezionata da un artista vanto del nostro territorio.
Bravi Rondinella e Cincotti eleganti e passionali artisti della nostra terra.
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