Dal 23 dicembre è disponibile sulla piattaforma Netflix il film The Midnight Sky di e con George Clooney, tratto dal romanzo di esordio della scrittrice Lyli Broocks-Dalton dal titolo La distanza tra le stelle del 2016. Scritto da Mark L. Smith, già autore di Revenant che fruttò nel 2015 l’Oscar come migliore attore protagonista a Leonardo DiCaprio, ha un cast d’eccezione: Felicity Jones, David Oyelow, Kyle Chandler, Demian Bichir, Tiffany Boone e la piccola Caoilinn Springall.
L’attore statunitense, da tempo impegnato a trattare temi scottanti d’attualità, nel film veste i panni di Augustine Lofthouse, uno scienziato –astronomo malato terminale, che decide di rimanere al Polo Nordin seguito ad una catastrofe ambientale che sta distruggendo il pianeta Terra nel 2049. Ben presto si accorge di non essere solo. Una bambina, di nome Iris, per circostanze fortuite è rimasta nella base. Augustine cerca intanto di mettersi in contatto con la nave spaziale Aether, guidata dal comandante Gordon (David Oyelow) e dalla sua compagna incinta Sully (Felicity Jones), di ritorno da una missione su un satellite di Giove dove gli astronauti hanno verificato la presenza di un’atmosfera e di un clima adatti alla vita umana. Il compito di Augustine sarà quello di salvarli per continuare altrove la magnifica avventura riservata al genere umano.
In una lunga intervista raccolta da Eva Carducci di Vanity Fair durante la conferenza stampa di presentazione, George Clooney dice: «Quando abbiamo finito di parlare del progetto è arrivata la pandemia ed è stato chiaro di cosa trattasse effettivamente la storia del film: centrava il nostro bisogno di sentirci a casa, vicino alle persone che amiamo. Inoltre l’altra idea del film è stata quella, altrettanto importante, di cosa siamo in grado di fare contro noi stessi ed il nostro Pianeta. È verosimile che fra trent’anni potremo trovarci in una situazione come quella che devono affrontare i protagonisti del film».
Gli fa eco l’attrice Felicity Jones, incinta nella realtà di suo figlio Wilbur: «The Midnight Sky è un film di fantascienza che affronta però il dramma della relazione intima e personale. Esso pone domande esistenziali quali: cosa ci facciamo qui? Perchè siamo al mondo? Il mio personaggio è cambiato quando George ha avuto la certezza della mia gravidanza. Pensavo di non poter fare più il film invece tutti mi sono stati accanto cambiando anche la trama»”.
Nonostante un ritmo lento, il film ha numerosi pregi che andremo ad elencare. Innanzitutto le grandi capacità attoriali di Clooney che per questo ruolo si è ammalato di pancreatite in seguito ad una drastica dieta a base di zuppa di lenticchie che gli ha fatto perdere ben 13 chili di peso. Sappiamo a quali prove sono da decenni sottoposti gli attori americani per dare credibilità ai loro personaggi es. l’attore Robert De Niro in Toro scatenato o l’attrice Renèe Zellweger in Il diario di Bridget Jones. Ma la trasformazione dell’attore statunitense in Augustine ha richiesto un invecchiamento di tutta la sua persona: barba lunga, incedere claudicante, voce sommessa (complimenti a Francesco Pannofino per l’ottimo doppiaggio), occhi cerchiati e densi di lacrime. Un sex symbol come lui, difficilmente accetterebbe ruoli dove il suo fascino non venisse esaltato. E poi la storia proposta dal film che stimola molte riflessioni: la vita del Pianete non viene minacciata dall’esterno, come spesso succede nei film di fantascienza, ma proprio dagli esseri umani che dovrebbero preservarla per le future generazioni, la ricerca di un luogo dove poter iniziare una nuova vita, il simbolismo che la malattia terminale dello scienziato assume per tutta la durata del film segno della sconfitta del genere umano.
Numerose le scene che restano nella memoria dello spettatore, supportate dalla fotografia di Martin Ruhe: Iris che accarezza delicatamente la testa di Augustine in uno slancio di tenerezza, l’incubo di Sully che crede di essere stata abbandonata dall’equipaggio in un luogo bellissimo ma sconosciuto, le passeggiate degli astronauti per riparare la navicella spaziale colpita da una tempesta di meteoriti, l’angoscia palpabile dello scienziato per aver perso la bambina a seguito di una bufera di neve, Iris e Augustine che si danno la mano guardando un tramonto fatato.
In questo film George Clooney appare nel pieno della sua maturità artistica, sia come attore che come regista consapevole che il cinema oltre alla sua funzione di intrattenimento possa svolgere anche quella di educare lo spettatore a comportamenti indifferibili rispettosi dell’ambiente. Noi siamo la causa di tutti i mali della Terra, come direbbe con convinzione anche Greta Thunberg e la speranza di un mondo migliore è affidata a Sully e alla creatura che porta in grembo.