Stefano Moretti arriva in Un Posto al Sole nel 2014 nel ruolo del dj Scheggia. A distanza di due anni dall’ingresso nella soap, per il giovane attore – nato a L’Aquila dove ha vissuto fino al 2010 – molte cose sono cambiate. Il suo personaggio è cresciuto ed ha assunto un ruolo più importante. Stefano Moretti, con una passione innata per la recitazione, porta avanti con dedizione i suoi ideali nel mondo artistico. In questo periodo, oltre alla soap, sta lavorando ad un testo teatrale che ben presto porterà in scena. In questa intervista ci ha svelato un po’ di curiosità riguardanti Un Posto al Sole, ma anche la sua vita privata.
Parliamo dell’evoluzione del tuo personaggio in Un Posto al Sole?
«Grandi soddisfazioni. È bello tornare nelle vesti di un personaggio che hai amato per tanto tempo, vivendo la situazione dall’altro punto di vista, ovvero da dipendente diventi il capo dell’azienda. Bello il rapporto con il personaggio di Alberto Rossi, Michele Saviani, il quale inizialmente aveva preso male la mia promozione, ma adesso tutto è cambiato. Tra di noi c’è un rapporto molto articolato che va dal piano professionale a quello umano, lui diventa a tratti anche un po’ un maestro di vita. In alcune scene mi sembra quasi di parlare con mio padre. Lavorare con Alberto è straordinario perché è un professionista che io stimo tantissimo».
Cosa ti piace e cosa non ti piace del tuo personaggio?
«Mi piace tutto, anche che attiri qualche critica. Molti spettatori mi scrivono che dopo la mia promozione il mio personaggio è diventato antipatico. E questo per me è positivo perché vuol dire che c’è stato un cambiamento, un’evoluzione del mio ruolo».
Solitamente vedi le scene che hai girato? Quanto sei critico?
«Sono ipercritico e credo faccia parte del nostro lavoro. Un’occasione come questa di Un Posto al Sole, dove sei impegnato per molto tempo è davvero unica. Ti permette di girare le scene, vederti e capire dove puoi fare di più».
In una soap i tempi sono molto veloci. Ad esempio sul set di Un Posto al Sole è già Natale. Cosa rappresenta per voi attori questo sdoppiamento del tempo.
«La parte più difficile è girare con i cappotti in periodi in cui non fa ancora freddo. Ad esempio abbiamo girato una scena a via Caracciolo in cui indossavo camicia, giacca e cappotto di lana, ma in realtà la gente era in costume a prendere il sole».
Un Posto al Sole ha compiuto 20 anni. Cosa significa per te far parte di questa grande famiglia?
«Per me è una bellissima famiglia, che riesce a darmi un’occasione rara e preziosa. Il grande problema oggi di noi attori e l’incertezza di lavorare. Essere qui da due anni, mi dà tanto conforto, oltre alle occasioni di crescita professionale.
Prima che entrassi a far parte del cast della soap, la seguivi?
«Sì, me la ricordo da adolescente. Quando è cominciata avevo 11 anni. In realtà non ricordo molto delle puntate invernali, poiché, a parte lo studio, passavo le mie giornata impegnato nello sport come nuotatore agonista. La televisione passava in secondo piano. Mi ricordo invece lo spin off estivo di Un Posto al Sole d’Estate. La cosa simpatica è stata incontrare dopo tanti anni, gli stessi attori cresciuti ed invecchiati».
Nella vita privata sei fidanzato?
«C’è una bellissima novità. Ho conosciuto una ragazza che mi sta facendo scoprire una parte di me che non conoscevo. Qualche tempo fa ero stanco e non volevo saperne di storie, volevo semplicemente dare tutto me stesso al lavoro. Poi mi sono reso conto che avevo incontrato persone sbagliate».
Prossimi progetti oltre a Un Posto Sole?
«Sto lavorando proprio con questa nuova compagna a un testo per il teatro che spero vedrà presto la luce perché ci crediamo tantissimo. Tutto è nato per caso. Lei mi ha regalato un libro, io ne ho regalato uno a lei. Non appena lei ha cominciato a leggere il mio libro, mi ha chiesto da quanto tempo conoscessi quel testo. Ed è stato a quel punto che mi ha fatto capire quanto fosse straordinario e affascinante come testo da portare a teatro».