«Costruire un testo comico, si diversifica dalla realizzazione della scrittura di un libro». Nando Mormone, ideatore della famosissima trasmissione televisiva Made in Sud, ha regalato un momento di piacevole interesse, al pubblico presente nella Sala Rosa dei Venti, di Castel Sant’Elmo. Insieme al patron della kermesse di successo tutta partenopea, Maria Bolignano e Mino Abbacuccio. A moderare l’incontro, la giornalista Francesca Scognamiglio. Gli attori ci hanno descritto il retroscena di un testo comico. Soprattutto il modo in cui si realizza, la costruzione delle battute. Il legame di reciprocità tra chi scrive e chi esegue, in una relazione che si fonda sull’interscambiabilità. «La bravura di un comico, tante volte è avvalorata dalla capacità di essere autori di pezzi comici. La scrittura viene modificata all’interno del montaggio, lì dove il testo scritto da uno, può diventare il pezzo di esibizione dell’altro. Trovare un modo rapido che possa colpire in un meccanismo di adeguamento, con i nuovi canali di diffusione». L’attenzione pertanto, viene rivolta alla differenza tra la comicità inedita e quella in copia. Un processo, quest’ultimo, evidenziato negativamente dallo sviluppo del network. Nando Mormone, scandisce la fattualità della comicità, a cui fa seguito un incisivo intervento di Maria Bolignano: «Nell’osservazione dei giovani, mi sono resa conto della presenza di un gap generazionale che andava analizzato. Il mio personaggio, dunque, è un chiaro trasferimento di questa analisi. La scrittura che portiamo in televisione, viene consumata anche sul web, ecco perché diventa importante, cogliere il pensiero del pubblico giovanissimo». Una riflessione sul modo di percepire dei giovani, quella dell’attrice. Un’attenzione che Made in Sud, sta concretizzando, con lo sviluppo del progetto sperimentale insieme all’Università di Salerno. L’insegnamento della scrittura comica. Una bella fusione, tra la “leggerezza” e l’opportunità di stimolare le passioni degli studenti. Un orientamento alle nuove generazioni, una sorta di comicità che incontra la scienza. «L’osservazione dell’altro diventa fonte di ispirazione. Il mio è un tormentone che serve per far ridere, ma anche per far riflettere». Intervento conclusivo con Mino Abbacuccio. Una risata esilarante, quella che ha suscitato l’attore, coinvolgendo la sala con immediatezza. È un messaggio sociale, in cui avanza la molteplicità dei contenuti, del tempo comico.
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