“Sospesi” è il titolo del nuovo lavoro discografico dei Dogma. La band torinese, composta da Sam Sottile(voce), Marco Benedetto(basso e voce), Vitto Ciaccia (batteria), Dario Di Benedetto( tastiere), Fulvio Monticone (chitarra), Salvo Saso Sanfilippo(chitarra), presenta un lavoro discografico che fonde toni rock a tematiche d’amore, timbri accesi che raccontano i sentimenti.
Un album che racchiude le sonorità del british rock a cui i musicisti si sono da sempre ispirati. “Sospesi” è anticipato dalle note suggestive di “Inconsapevole”, brano ultimato presso gli Abbey Roads Studios di Londra, da Sim Gibson, che compare tra i vincitori del Grammy Award per il remastering dell’opera omnia dei Beatles. Una produzione discografica a cura di Ettore Diliberto per Et-Team e la supervisione della bassista Anna Portalupi. Dieci tracce che ci fanno assaporare tra ricercatezza e una graffiante infusione di strumenti, la loro ispirazione musicale. A partire da “Natura Perversa”, un pezzo che ha visto la band coinvolta nel film “Enygma” del regista Alessandro Valenti, si apre con un rock quasi psichedelico che lascia il posto al timbro vocale appassionato. Accordi pacati ma di forte intensità li troviamo in “Forse No”. L’amore suonato con un mixaggio di chitarre e batterie che toccano il cuore in “Sentimi”. Suggestione di contenuti trasportati da chitarre e batterie in “Lato Oscuro”. «Non c’è sempre spiegazione in ciò che faccio»: è la chiave di lettura dell’intero testo di Inconsapevole, un brano apprezzatissimo, dove si svela la raffinata maestrìa dei Dogma. Timbro orecchiabile per “La Luna si è persa”. «Credevo di saper giocare ad amare» è uno dei ritorni più incisivi di “Senza Segreti”, un brano che continua a cantare l’amore tra nostalgia e disincanto, ritmato dalla potenza dell’unione strumentale. “Strade su Strade” esplode sulla stessa scia. Una parafrasi dell’amore che oscilla tra vicinanze ed allontanamenti, tra “vittorie” e “perdite”, sicurezze e spaesamenti, conquiste ed incertezze. “Ubriaca” è un testo evocativo che la band sembra quasi esprimere attraverso una confessione, dove il significato si ispessisce di sensazioni fragili. “Qualcosa di più” è il brano che chiude l’album in cui percussioni e chitarre trascinanti mostrano il leit motiv che guida l’intero lavoro discografico, la conferma di incessante ricerca d’amore nonostante le cicatrici «e la mia voglia rimane».