Sophia Loren, attrice di fama internazionale, alla vigilia del suo 80esimo compleanno, torna nella “sua” Napoli in occasione della presentazione del film “Voce Umana”. Il cortometraggio (un “lungo-corto”, lo definirà la Loren durante la conferenza!) diretto dal figlio dell’attrice, il regista Edoardo Ponti.
La voce umana, è tratto dal celebre testo di Jean Cocteau. Un ruolo, negli anni, interpretato da molte attrici, tra cui Anna Magnani e che Sophia Loren ripercorre attraverso un monologo di 26 minuti in cui la protagonista Angela è una donna lasciata dall’amante per il quale nutre ancora profondi sentimenti. Nonostante la separazione, i due sono ancora in contatto telefonicamente. Conversazioni intense, per lui forse piacevoli, per lei strazianti (nonostante cerchi di fingere tranquillità). Dell’uomo, tuttavia, non si sentirà mai la voce. E lo spettatore ascolterà soltanto l’interprete femminile, riuscendo – attraverso le sue corde vocali, gli sguardi, la gestualità, le parole, le lacrime – ad avere un quadro netto di tutto quello che sta succedendo. La sceneggiatura in napoletano porta invece la firma di Erri De Luca. La storia è ambientata quasi tutta all’interno di una camera da letto creata negli studi De Paolis a Roma da Maurizio Sabatini, alla fotografia c’è il messicano Rodrigo Prieto, costumi firmati dal napoletano Mariano Tufano.
Il clima, in occasione della presentazione della Voce Umana a Napoli è quello delle “grandi occasioni”. File di fotografi ad attendere l’ingresso in sala dell’attrice cresciuta a Pozzuoli. Giornalisti in piedi in sala per accogliere con una standing ovation Sophia Loren ,la protagonista di “Matrimonio all’Italiana,” “La Ciociara”, “Sabato, Domenica e Lunedì” e tanti altri capolavori del Cinema Italiano.
Ed eccola entrare in uno splendido tailleur rosso, un foulard leopardato a fasciarle il collo ed una eleganza che poco donne sanno avere. Un’eleganza che sa di genuino. Quell’eleganza di chi sa di essere amata ma, nonostante tutto, non si è montata la testa. Anzi, la signora Loren, entra emozionata in sala e non trattiene le lacrime. Si ferma, guarda gli “addetti ai lavori” presenti in sala e, salutandoli con una mano, si scusa per quelle lacrime che, ogni volta che torna a Napoli, non riesce a trattenere. Parlerà, durante la sua conferenza, dell’emozione di lavorare accanto al figlio, ricorderà Mastroianni, parlerà della sua adolescenza trascorsa a Napoli. Ma non si sottrarrà alle domande dei giornalisti. Ecco cosa ha raccontato Sophia Loren.
Come nasce l’idea di interpretare “Voce Umana”?
«Sono anni che avrei voluto interpretare questo personaggio. Ne ho sempre parlato ma sapevo che era una storia che non avrei potuto fare prima, perché Voce Umana è la storia di Angela, una donna di una certa età. Poi, parlandone con mio figlio, abbiamo iniziato a valutare seriamente questo progetto ed abbiamo deciso di lavorarci davvero. Voce Umana è una grande prova di recitazione che ogni attrice che ami il suo lavoro dovrebbe sostenere – afferma con un’espressione seria. Io ho sentito un grande bisogno di interpretare questa storia che amavo da anni. 25 minuti di storia, che ti tolgono il fiato, che ti regalano un’emozione intensa, una “drammaticità” ed una vita incredibili. Stiamo avendo un ottimo riscontro e siamo contenti di questo film.»
Il monologo di Angela è espresso in Napoletano…
«Non proprio in Napoletano. L’ho recitato con un “accentino” napoletano! Perché volevo ricordarmi della mia fanciullezza, la mia infanzia, perché mi ricordava Napoli. Ed eccoci qua a presentarlo in anteprima in questa splendida città. Io quando torno a Napoli, mi sento circondata di un immenso calore perché qui ho trascorso tanti bei momenti e… mi sento veramente bene! (conclude commossa!) amo moltissimo questa città. Preferisco non parlare di politica, ma so che per Napoli si potrebbe fare di più. E pur sapendo che a Napoli molte cose non vanno bene, non rispondo mai sulle cose brutte che si dicono su questa città. Un po’ come quando parli della tua famiglia. Anche se c’è qualcosa di brutto, non lo dici. Tendi a tutelare gli affetti.»
Come è stato lavorare sul set con Suo figlio? Nonostante la Sua professionalità, è stata mai rimproverata, “bacchettata” dal regista?
«Come “bacchettata”? Si parla così? (chiederà sorridente, quasi a meravigliarsi del nostro gergo metaforico!). Non credo che, si possa pensare ad un modo particolare di salire sul set, o di pensare a cosa fare. Credo sia normale, quando devi interpretare un ruolo importante, affrontarlo con serietà ed impegno. Se accetti un progetto dai il 100% senza lasciarti distrarre dalle cose esterne. Io per mesi non ho pensato ad altro. Sapevo che il ruolo era complicato e so anche che mio figlio è un regista molto difficile.»
A questo punto interviene suo figlio Edoardo Ponti e ribatte: «Mi piace molto “spingere” mia madre e vedere fin dove può arrivare. Perché credo che abbia degli strumenti fantastici, ma credo anche che, negli ultimi anni, professionalmente non sia stata spinta come lo era in passato. E quindi volevo far capire al mondo che mia madre ha ancora molto da dare, da far arrivare e non solo per l’interpretazione della Voce Umana. L’ho spinta al punto tale che abbiamo girato il film in 11 giorni ma abbiamo provato per 6 settimane. E per mia madre che è un’attrice assolutamente istintiva, non è abituata a questi ritmi di prove. Essendo un monologo sentimentale, avevamo bisogno di creare più “strati emotivi” su cui lavorare. E solo con tante prove avremmo potuto disegnare questo percorso emotivo della protagonista.»
Lei pur essendo un’attrice di fama internazionale, ha conservato la semplicità e la genuinità di Napoli. Forse è questo il segreto del suo successo?
«Non credo. Io sono nata “per caso” a Roma. Poi sono venuta a Pozzuoli. Ho vissuto tutta la mia fanciullezza tra Pozzuoli e Napoli. Tanti ricordi che mi sono rimasti dentro, come un tesoro di emozioni che fa parte di te per tutta la vita. E quando ne hai bisogno, soprattutto se fai l’attrice, vengono fuori cose che non ti aspetti, che hai vissuto, che hai sofferto. Ecco, questa è stata la mia scuola per la mia carriera! La mia infanzia.»
Lei ha lavorato con dei grandi attori come De Sica, Mastroianni. Oggi Cinema e TV sono totalmente diversi. Crede che tra gli attori Italiani del momento, ci sarà qualcuno che tra 20 anni verrà ricordato per lo stesso spessore artistico?
«Beh, tra vent’anni, come si dice a Napoli “o Je, o tu, o iss!” (risponde sorridendo), chi può saperlo! Ma vedo al cinema ed alla Tv degli attori Italiani molto bravi, sia uomini che donne. Ce ne sono, assolutamente!»